Verona, il Catullo perde traffico e cerca il rilancio

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Investimenti per 134 milioni di euro con l’obiettivo di servire 5,6 milioni di passeggeri – più del doppio degli attuali 2,6 milioni – nell’arco dei prossimi 15 anni. Sono questi i numeri che sintetizzano il nuovo e ambizioso piano industriale approvato dall’Enac, l’autorità per l’aviazione civile, che dovrebbe servire a potenziare ed ampliare l’aeroporto di Verona, mai così in perdita in termini di traffico aereo, in calo del 7% nel solo 2015. È una percentuale in negativo che pesa ancora di più se raffrontata con il dato nazionale, in crescita media del 5% rispetto al biennio 2012-13, ma soprattutto con quello del Nord Italia, dove Bergamo è a quota +19%, Treviso a +6% e Venezia a +4%.

Riqualifica, ampliamento e sostenibilità

Secondo una nota rilasciata dalla società di gestione del Catullo, il master plan ha lo scopo di programmare, entro il 2030, lo sviluppo dello scalo “in accordo con una progressiva crescita del traffico e con il miglioramento dei servizi al passeggero in un’ottica di sostenibilità ambientale”, grazie ad un investimento complessivo che si attesta sui 134 milioni di euro, a cui si deve aggiungere la spesa, in capo a ENAV, per la realizzazione di una nuova torre di controllo. Il completamento delle opere si articolerà in tre fasi, con orizzonte temporale al 2020, 2025 e 2030. Entro il 2016 è prevista la riconfigurazione del piazzale aeromobili, la riqualifica delle sale di imbarco e di parte delle infrastrutture di volo. Successivamente, si procederà con l’ampliamento e la riconfigurazione del terminal (che verrà dotato di 3 finger, nuove aree commerciali e di imbarco e del collegamento arrivi-partenze), con la riqualifica delle infrastrutture di volo, la realizzazione di nuovi edifici tecnici e ulteriori investimenti per il risparmio energetico.

L’anno nero di Verona a -7%

Quello approvato a inizio anno è un piano di potenziamento che dovrà necessariamente coincidere con il rilancio dello scalo, oggi parte del polo aeroportuale del Nord Est controllato dalla Save – proprietario del 40% di Verona – che ha chiuso un anno nero in relazione al flusso del traffico aereo. In numeri, nel 2015 il Catullo ha gestito circa 2,6 milioni di passeggeri, di cui 425 mila di traffico charter, crollato a -29,5%. Poco distante, Bergamo, proprio nell’anno appena trascorso, ha raggiunto per la prima volta la quota di 10 milioni di passeggeri, attestandosi al terzo posto nella classifica degli scali nazionali di maggior rilievo, dopo Roma Fiumicino e Milano Malpensa. Ma le cifre del Catullo sono ben lontane anche da Venezia, primo aeroporto del Veneto con quasi 9 milioni di passeggeri transitati.

Camilla Pisani

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