
Ponte San Nicolò, il Sacchettificio Nazionale G. Corazza festeggia 100 anni
Un logo rimasto immutato dal 1925: due elefanti che tirano un sacco senza riuscire a romperlo. È il simbolo della solidità e dell’affidabilità del Sacchettificio Nazionale G. Corazza, che celebra i suoi 100 anni con una festa speciale, svoltasi il 13 settembre, e la presentazione del libro “Il mondo in un sacchetto” (Antiga Edizioni, 2025), firmato dal giornalista Edoardo Pittalis, che racconta la storia dell’impresa e del suo percorso intrecciato fortemente alla vita della famiglia che l’ha condotta negli ultimi 65 anni con due generazioni.
Fondato da Giorgio Corazza a Roncaglia di Ponte San Nicolò, accanto alla chiesa, lo stabilimento produceva in maniera atipica e pionieristica sacchi di tela bianca di cotone e non come tutti gli altri in iuta marrone. Tela bianca che poi, sempre su geniale intuizione, inizia ad essere stampata, per poi diventare carta e sacchi di carta dopo la seconda guerra mondiale. Dopo la morte del fondatore, negli anni ’60, l’impresa rimane alla famiglia Corazza, che però alla fine degli anni ’80 vende l’azienda alla famiglia Selmin e ad un altro socio di capitale.
Il cavaliere Benito Selmin, che a settembre compirà 89 anni, ha lavorato in questa azienda per 65 anni: iniziò nel 1960 come bozzettista, realizzando proposte grafiche in litografia per i clienti, fino a diventarne direttore generale e poi proprietario.
Lo sviluppo e la svolta
Negli anni ’70 e ’80, la crisi e la necessità di investire in tecnologia imposero un cambio di passo: dalla fine degli anni ’80 la gestione Selmin ha trasformato il concetto di business, reinvestendo tutto e sempre in innovazione e risorse umane.
Nel 1998 è nata così anche la divisione imballaggi flessibili in plastica, scelta controcorrente che ha portato l’azienda a specializzarsi nel pet food – un settore ad alta complessità grafica – mantenendo al contempo la produzione di sacchi in carta per alimenti e prodotti industriali.
I numeri oggi
Oggi il Sacchettificio conta 230 dipendenti, ha un sito produttivo di 57mila metri quadri con un magazzino da 18.000 pallet, esporta il 37 Paesi e ha un faturato di circa 90 milioni di euro. Uno dei progetti per il futuro è l’apertura di una sede negli Stati Uniti, per rispondere all’incertezza causata dai dazi. Non mancano, anche nel Sacchettificio Nazionale G. Corazza, le difficoltà ormai note per tutte le aziende venete, quali la mancanza di manodopera specializzata e non, visto che qui si lavora 24 ore su 24, dal lunedì al venerdì, con tre turni giornalieri. In particolare oggi mancano all’appello 12 figure per il reparto produttivo, non necessariamente formate dalla A alla Z, visto che in azienda la formazione dura in media 9-12 mesi.
«Faccio parte della famiglia, per cui forse è scontato, ma è davvero un onore dirigere un’azienda così longeva e di successo – commenta Alessandro Selmin, Direttore Generale –. Questo centenario è una base solida per guardare avanti con ottimismo e continuare il percorso di sviluppo, internazionalizzazione e innovazione, pronti a resistere anche agli eventi imprevedibili. Vogliamo costruire i prossimi 100 anni con la stessa passione e con nuove generazioni di collaboratori. La nostra filosofia è sempre stata questa: scegliere non la quantità di massa ma la qualità, che significa guardare ad una nicchia di mercato come per il food e il pet food, forti del nostro know-how, di tutte le certificazioni e del rispetto assoluto di tutti i regolamenti. Solo così, non si viene schiacciati dai grandi gruppi internazionali ed il premio alla fine viene proprio dalla soddisfazione del cliente».