Turismo industriale, al via il progetto per l'ecomuseo dell'occhialeria bellunese

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Valorizzare il patrimonio industriale dell’occhialeria bellunese, promuovendo lo sviluppo del territorio e diversificando l’offerta turistica: questo l’obiettivo di “Terre dell’Occhiale – Ecomuseo dell’occhialeria bellunese”, progetto che mira a dar vita a un ecomuseo dell’occhialeria bellunese, mettendo in rete i musei e i siti industriali del Cadore e dell’Agordino.

L’iniziativa, presentata il 27 aprile nella sede del Museo dell’occhiale di Pieve di Cadore, può contare su un contributo di 100mila euro da Fondazione Cariverona, oltre al cofinanziamento da parte dello stesso Museo dell’Occhiale, di ANFAO – Associazione Nazionale Fabbricanti di Articoli Ottici, Confindustria Belluno Dolomiti ed EBO – Ente Bilaterale Occhialeria. Al progetto collaborano anche l’Università di Padova – Dipartimento dei Beni Culturali. Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica (DBC), Confindustria Belluno Dolomiti e Certottica; a patrocinare l’iniziativa, i comuni di Pieve di Cadore e di Calalzo di Cadore.

Alla rete “fisica” dei musei – in fase di costruzione e alla quale si sta lavorando con l’obbiettivo di includere realtà come il Museo dell’Occhiale di Pieve di Cadore, il Museo dell’Ottica di Agordo, la Galleria Safilo, il Sentiero del Valore di Alpago, oltre ad alcune siti di fabbriche storiche o ancora attive –, si affiancherà un Museo Digitale Diffuso dell’Occhiale che attraverso strumenti multimediali, dalla geo-localizzazione alla realtà aumentata, permetterà di conoscere protagonisti e prodotti dell’occhialeria bellunese.

«L’obbiettivo è quello di coinvolgere tutte le realtà bellunesi legate alla storia dell’occhiale, dai musei ai siti industriali. – spiega la direttrice del Museo dell’Occhiale Daniela Zambelli –. Vogliamo anche creare una rete tra le imprese del settore per trasformare questa ricchezza in una realtà di turismo sostenibile. Il progetto durerà due anni, abbiamo già iniziato le attività con una ricerca sul territorio e una mappatura dei siti; vogliamo fare in modo che il mondo dell’occhiale diventi una realtà attrattiva e visitabile».

«L’occhialeria ha significato la comparsa della moderna industria nel Bellunese – sottolinea Giovanni Luigi Fontana, storico dell’economia dell’Università di Padova –. Si è radicato qui in Cadore, sulla scia delle prima attività e migrazioni dei Frescura e dei Tabacchi,  un complesso di aziende che sono germinate una dall’altra e con una forte espansione nella seconda metà del ‘900, portando questo distretto capofila del Made in Italy a diventare leader mondiale con 500 imprese e 15mila occupati».

«Il progetto tende a valorizzare l’immenso patrimonio industriale di quest’area, un distretto di punta della moda italiana. Lo vuole fare anche in un’ottica di attrazione culturale e turistica che possa fare da volano di sviluppo per il territorio – aggiunge Marco Giampieretti, presidente di Impact, spin-off dell’Università degli Studi di Padova –. Ci sono già realtà importanti: l’obbiettivo dell’ecomuseo è collegarle e metterle a sistema, attraverso anche le moderne tecnologie».

Importante per la realizzazione del progetto è il finanziamento giunto da Fondazione Cariverona attraverso il bando “Nuovo Sviluppo”, costruito per le aree interne e marginali del territorio di competenza della Fondazione: «Terre dell’Occhiale è un progetto che coniuga spazio e tempo, due concetti fondamentali per il nostro territorio perché denotano il valore di ciò che abbiamo, dall’ambiente alle aree antropizzate, e della cultura, cioè le capacità che abbiamo saputo esprimere dal punto di vista artigianale e industriale – evidenzia Roberto Granzotto, consigliere generale di Fondazione Cariverona –. Questo contributo, insieme a quello ottenuto dalla Fondazione Tiziano, è un riconoscimento del fatto che i bandi proposti da Cariverona riescono a soddisfare le esigenze che arrivano da queste aree».

Nella foto: un momento della presentazione del progetto

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