Export agroalimentare Veneto, boom nel primo trimestre (e poi danni contenuti)

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Partenza col botto per l’export agroalimentare veneto che nel primo trimestre 2020 registrava  un +7,7% rispetto all’anno precedente. Lo confermano le elaborazioni dell’Ufficio Statistica della Regione su dati Istat che rivelano un fatturato  di un miliardo e ottocento milioni solo nei primi tre mesi. Valore destinato a mantenere se non addirittura superare i primati conquistati dalla regione a livello nazionale – commenta Coldiretti Veneto – ma l’emergenza sanitaria ha stoppato tutti i pronostici. A maggio sono calate le esportazioni di alimentari e bevande rispetto al mese precedente (-3%) per effetto delle difficoltà che sta attraversando la ristorazione nei diversi continenti dove l’epidemia è in piena espansione, a partire dagli Stati Uniti dove la flessione è quasi il triplo.

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Covid free come regione, ma molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio. Sul fronte sgravi, vi diamo tre buone notizie:

Export agroalimentare Veneto, il record del 2019

L’emergenza Coronavirus si abbatte sul commercio internazionale e sull’export agroalimentare veneto  dopo il record storico fatto registrare dal Made in Italy agroalimentare all’estero nel 2019 quando – sottolinea la Coldiretti – aveva raggiunto il massimo di sempre a 44,6 miliardi. Il risultato è che in Italia 3 aziende agroalimentari su 4 (74%) registrano un calo delle vendite all’estero per effetto di una pioggia di disdette provenienti dai clienti di tutto il mondo, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. A pesare è stata inizialmente la disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale, anche di Paesi alleati, con addirittura la assurda richiesta di certificati “virus free” sui prodotti agroalimentari Made in Italy a cui si è aggiunta successivamente la drammatica crisi della ristorazione a livello globale che vede la cucina italiana protagonista in tutto il mondo.

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«Serve ora un robusto piano di promozione per sostenere il vero Made in Italy nel mondo – commenta Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto – per favorire l’internazionalizzazione occorre superare l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse puntando, in primo luogo, ad una regia nazionale attraverso un’Agenzia unica che accompagni le imprese con il sostegno delle Ambasciate dove vanno introdotti anche adeguati principi di valutazione delle attività legati, per esempio, al numero dei contratti commerciali. Nell’emergenza in atto e in un’ottica futura di ripresa delle normali attività commerciali sarà fondamentale impiegare tutte le energie diplomatiche per superare i dazi Usa e l’embargo russo. L’olio, il vino e tanta altra produzione tipica veneta – conclude Salvagno – sono ancora nel mirino della manovra protezionistica di Trump».

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