Somministrazione illecita di manodopera: circa 140 mila contratti annui e centinaia di controlli
Oltre 120 imprese grandi e piccole, associazioni di categoria e professionisti si sono riuniti a partire dalle 14:30 presso la sala conferenze del Four Points by Sheraton per approfondire il tema de “APPALTO E SOMMINISTRAZIONE ILLECITA DI MANODOPERA”. Un evento organizzato dallo studio legale tributario Artuso, dallo studio di consulenza fiscale e societaria Bonivento & Partners, e dallo studio legale De martini Ferrante & Associati e dallo studio legale Someda a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche la dott.ssa Rosanna Giaretta Responsabile dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Padova e Rovigo.
Un fenomeno quello della somministrazione di manodopera che continua ad avere un peso significativo nel mondo del lavoro veneto: tra gennaio e settembre 2025 infatti sono stati ben 91.891 i contratti attivati, un numero che rappresenta circa il un quinto del totale delle assunzioni nel settore privato nello stesso periodo di tempo in regione (489.662 attivazioni di contratti). Complessivamente il lavoro “interinale” risulta comunque in calo nel periodo considerato del 2025 rispetto allo stesso del 2024 (95.766 attivazioni) e del 2023 quanto i contratti attivati erano stati 98.808.
Nel Padovano, nel 2024, ultimo dato disponibile fornito da Veneto Lavoro, le assunzioni di questa tipologia erano state 18.055, uno dei numeri più bassi in regione e il meno consistente tra le 5 grandi province del territorio. Il saldo occupazione era sostanzialmente stabile (-210 assunzioni rispetto al 2023). Andando ad osservare le statistiche per genere sono stati gli uomini ad utilizzare di più lo strumento (10.350) seguiti dalle donne (7.705). Sul piano della cittadinanza gli italiani (molto più consistenti per numeri assoluti nel mercato del lavoro) che erano stati assunti con questa modalità erano stati 11.025, gli stranieri 7.030.
E se il fenomeno è consistente, sebbene non maggioritario, il numero degli illeciti rilevati e delle attività ispettive degli Enti preposti (Forze dell’Ordine, Itl, ma anche Inps, Inail e così via) si contano nell’ordine delle centinaia.
Tra gli illeciti più tipici quelli legati all’autorizzazione al subappalto, la somministrazione fraudolenta o illecita, l’interposizione illecita, il distacco transnazionale non genuino, l’utilizzazione illecita e così via.
Secondo i dati più recenti (metà novembre 2025) forniti dall’Itl di Padova e Rovigo gli accertamenti ispettivi effettuati (il numero non comprende tuttavia le azioni attivate con l’Arma dei Carabinieri) sono stati 52, di cui 29 a Padova e 23 a Rovigo. Il numero delle violazioni contestate ben 4.076.
Nel 2024, un anno che ha visto un impegno particolare della struttura in questo senso, gli accertamenti ispettivi effettuati erano stati quasi il doppio (99, di cui 92 a Padova e 7 a Rovigo) con un numero di violazioni riscontrate pari a 31.470 (va segnalato tuttavia che il numero delle violazioni si riferisce alle singole giornate di lavoro contestate e a ciascuna irregolarità riscontrate. Sul piano delle sanzioni il 2024 aveva visto comminare oltre 723.598 euro di multe di cui 714.365 euro a Padova e 9.233 euro a Rovigo.
Ecco allora che la comprensione del fenomeno e degli aspetti legali della gestione del lavoro somministrato diventano strategici per quelle aziende, grandi o piccole che siano, che per la natura stagionale o organizzativa della propria attività non possono prescindere da questo strumento.
Tantissimi i casi anche eclatanti che sono assurti agli onori della cronaca, per le dimensioni anche consistenti dei fenomeni a vario titolo illeciti che sono emersi. Fenomeni che attualmente hanno risvolti non solo giuslavoristici ma anche fiscali, penali, tributari e civilistici.
“Una volta l’argomento ‘appalti illeciti’ era di quasi esclusiva competenza dell’avvocato giuslavorista, in quanto i verbali venivano elevati dall’Ispettorato del Lavoro – spiegano gli avvocati Massimo De Martini e Stefano Ferrante dello studio legale De Martini Ferrante & Associati, Stefano Artuso dello studio legale tributario Artuso, Pietro Someda dello dallo studio legale Someda, avvocati penalisti, e Riccardo Bonivento dello studio di consulenza fiscale e societaria Bonivento & Partners. – Negli ultimi tempi tutti i più importanti casi sono partiti però con un verbale dell’Autorità fiscale. Un approccio rigoroso impone di lavorare in pool con una squadra che all’avvocato giuslavorista associ un tributarista, un penalista, un civilista ed un esperto di piani rimediali, onde evitare di assumere decisioni, magari utili su di un piano ma con ripercussioni negative sotto altri profili. Le conseguenze tributarie e penali sono quasi sempre molto più gravose di quelle in afferenti al rapporto di lavoro dei dipendenti coinvolti nell’appalto ed agire di conseguenza oramai è fondamentale per dare risposte concrete. E tuttavia alla professionalità ed alla metodologia di approccio e di lavoro ex post deve aggiungersi un confronto proficuo e costante, ex ante, con le aziende, con le associazioni di categoria, i consulenti del lavoro e i commercialisti così da prevenire il danno e garantire una corretta gestione del fenomeno dell’appalto di opere e servizi. Uno strumento, esistente, legale e utile che rimane imprescindibile per alcune tipologie di business”.
