
Artigianato nella Marca Trevigiana, il settore tiene ma cambiano gli equilibri del mercato
Nella provincia di Treviso le imprese artigiane non arretrano. Dal 2019 al 2024 il saldo è positivo, con 57 aziende in più e un tasso di sviluppo dello 0,3%. Un risultato che colloca la Marca tra le quattro province venete in cui l’artigianato ha mantenuto la rotta, nonostante la crisi dei consumi e la concorrenza internazionale. La crescita, però, non è uniforme: alcuni comparti registrano nuove aperture e dinamismo, altri perdono terreno in maniera significativa.
Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, su 63 comparti analizzati, 22 hanno segnato un rafforzamento con un tasso medio di crescita del 21,4%, 39 sono in frenata e un settore – quello dei carrozzieri – è rimasto stabile. Tra i comparti più dinamici spicca il “sistema casa”, trainato dai bonus edilizi, con oltre 500 nuove imprese in edilizia, posa e pittura. Bene anche il verde (+185 aziende), il benessere, con il boom delle estetiste e l’ingresso del fitness (+161), e l’ICT (+42).
Con il segno positivo anche alimentare e bevande, sostenuti da birrifici, cioccolatieri e lavorazione carni, oltre a mestieri tradizionali come il ferro battuto e il restauro. Resistono meccanica e subfornitura, che registrano comunque un lieve incremento.
Accanto a queste dinamiche, ci sono settori in difficoltà: dal tessile-abbigliamento, che in cinque anni ha perso 76 imprese, alla pellicceria, alla pelletteria e alla concia. In contrazione anche pulitintolavanderie, ristorazione e parte del sistema casa, con serramentisti, arredo e ascensoristi in calo.
«Cambia il lavoro, cambiano le priorità. A dirlo sono i dati elaborati dal nostro Ufficio studi regionale su fonte Almalaurea», fa notare il presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana Armando Sartori, «che confermano una transizione profonda: non solo nelle professioni, ma anche nella testa dei giovani. Rispetto al 2019, i diplomati oggi desiderano più tempo libero (+10%), più indipendenza e autonomia (+6,9%) e più flessibilità oraria (+6,8%). Tendenze che devono essere tenute in considerazione a fronte della carenza strutturale di manodopera specializzata. Se vogliamo che l’artigianato resti motore di sviluppo, dobbiamo investire nella formazione tecnica, valorizzare l’autoimprenditorialità e sostenere chi vuole innovare».
Nel complesso, la Marca Trevigiana resta un presidio di stabilità in un contesto regionale che vede il Veneto come seconda regione italiana per numero di imprese artigiane. Una realtà in trasformazione, sospesa tra tradizione e nuove vocazioni, che continua a dimostrare capacità di adattamento alle evoluzioni del mercato.