Primi 9 mesi 2023 di export Veneto a quota 60 miliardi. Boschetto: “Tiene la UE, calano i Paesi extra UE".

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“Luci e ombre nella, ancora buona, performance del Veneto per le vendite oltre frontiera. I primi 9 mesi del 2023 segnano un nuovo record in valore: 59 miliardi e 365 milioni. Ma aumentano i segnali di preoccupazione. Tiene la UE, calano i Paesi extra UE. Soprattutto le vendite sono influenzate dagli eventi internazionali nel bene e nel male. Calano infatti, le esportazioni nei Paesi coinvolti in conflitti mentre cresce l‘area balcanica grazie alla recente entrata della Croazia nell’area Euro”. Lo afferma Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto a commento dei dati Istat elaborati dall’ufficio studi regionale.

In un quadro generale ancora positivo, se si scende ad una analisi più puntuale dell’andamento delle vendite all’estero del manifatturiero veneto, si nota che la variazione del +0,4% rispetto allo stesso periodo del 2022, è decisamente inferiore a quanto fatto da Lombardia (+1,7%) ed Emilia Romagna (+1,1%) nostri più diretti competitors ed inferiore anche alla media nazionale +0,9%.
Mentre tiene l’export verso i 10 principali Paesi UE (+1,2%) per un valore di quasi 28 miliardi e mezzo di euro (326 milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) con ottimi risultati verso Germania (+0,9%), Francia (+6,4%) e Spagna (+1,7%), i 10 principali Paesi Extra UE calano del -1,4%. 218 milioni di euro in meno dovuto in gran parte al calo della Cina (- 104 milioni) e della Russia (-58 milioni). Un ulteriore dato che preoccupa è l’ampliamento della forbice tra valore delle esportazioni e la quantità. Mentre il primo, anche se di poco, cresce, il secondo è calato del 10,2%. Di fatto il periodo ad alta inflazione ha contribuito in modo determinante a tenere in campo positivo le esportazioni. Tra gli elementi positivi c’è da registrate di sicuro l’ottima performance delle vendite dei settori manifatturieri ad alta intensità di MPI che hanno fatto registrare nei primi 9 mesi un + 1,4% con una cifra poco superiore ai 25 miliardi di euro grazie al contributo delle filiere corte garantite da migliaia di imprese artigiane dalla moda, legno arredo sino alla metalmeccanica e l’alimentare. Un ulteriore elemento positivo è la crescita a due cifre della Croazia +13,8% che dopo l’entrata nell’area euro, si candida ad essere una “porta” verso il più ampio mercato dei Balcani per le merci.

“Va sottolineato” afferma Boschetto, “come, mai come in questo momento, anche nel campo delle politiche industriali nazionali ed estere, c’è bisogno di procedere uniti nel segno degli accordi per sviluppare il commercio e non i conflitti. Le nostre imprese si trovano ad affrontare numerose sfide, compresa quella delle guerre in atto e della scomposizione e ricomposizione degli equilibri geopolitici internazionali, che hanno concrete e misurabili ripercussioni sul piano economico. La guerra in Medio Oriente ha fatto calare i nostri affari del – 8,9% in quell’area e quella tra Russia e Ucraina di un ulteriore -7,4% verso la Russia, dopo il tracollo dello scorso anno. Senza dimenticare le tensioni economiche verso i Brics che valgono quasi il 5% di tutte le nostre esportazioni manifatturiere e sono in calo del -6,2%. Sembrano rientrare” conclude Boschetto, “alcune emergenze tra cui i costi dell’energia e delle materie prime ma, le difficoltà della logistica e lo spropositato costo del denaro, continuano ad affaticare in particolare il sistema delle piccole e medie imprese. Nonostante questo quadro così complesso e mutevole, le nostre imprese continuano a essere competitive, anche grazie alla loro capacità di affacciarsi sui mercati esteri”.

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