Legno, filiera in crescita. Cna: «Artigianalità è il punto di forza»

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Sono 741, 629 sedi d’imprese e 112 unità locali, le realtà attive in provincia di Belluno nella filiera del legno, che rappresentano quasi il 9% delle aziende venete del settore. +18% in cinque anni nella silvicoltura ed utilizzo di aree forestali, +21,6% nella fabbricazione di mobili: continuano a crescere le aziende della filiera del legno in provincia di Belluno. Questi alcuni dei dati presentati a Longarone fiere Dolomiti, in occasione del convegno organizzato da Appia CNA Belluno “Ricostruiamo la filiera del legno” ad Arredamont 2023 che ha registrato più di 80 iscritti.

Dal 2018 ad oggi si è registrato un costante aumento dei numeri nel comparto della silvicoltura e attività forestali (da 228 a 270, +18,4%), mentre il comparto segherie e prime lavorazioni ha segnato un importante calo (319 contro 367 di un lustro fa, -13%). Cresce invece oltre il 20% il numero delle aziende di produzione di mobili. Nelle 629 sedi di impresa, di cui 492 imprese artigiane, risultano impiegati 1.687 addetti (il 6,3% sul totale dei lavoratori veneti del settore), di cui 1231 nell’artigianato. Il peso del comparto artigiano è evidente: rappresenta il 78% delle sedi d’impresa ed il 73% degli addetti. La maggior parte delle imprese artigiane bellunesi accoglie tra 1 e 5 addetti, oltre il 73% dei lavoratori è occupato in aziende di queste dimensioni.

“I concetti emersi nel corso del convegno ci permettono di affermare con forza l’importanza di perseguire anche a livello locale, ma con il supporto di una strategia politica nazionale, la valorizzazione del settore legno e, in particolare la lavorazione del mobile, che ci vede tra i paesi leader in Europa e nel mondo, e di cui anche il territorio bellunese rappresenta un’eccellenza anche in termini numerici visto che, con circa il 9% di aziende del settore, arriva quasi al pari delle altre province venete” – dichiara il Presidente Appia CNA Belluno, Massimo Sposato – “Oggi che il trend è in crescita rispetto ad anni precedenti, eccezione fatta per il comparto segherie causa le note vicende della necessità di importazione di materie prime, dobbiamo investire in questo settore, valorizzando il know-how dell’artigianalità che ci contraddistingue. Ciò va di pari passo con la necessaria sinergia di tutti i soggetti della filiera del bosco-legno nazionale, attraverso la sfida del Cluster Italia Foresta Legno”.

In Veneto, l’area forestale si estende a poco più di 465.000 ettari: circa un quarto dell’area veneta è coperto da foreste, la cui superficie negli ultimi decenni è aumentata, ma solo il 16% della superficie forestale veneta è dotato di un piano di riassetto valido. La Filiera del Legno in Veneto è composta da 8.358 imprese e conta complessivamente su 46.582 addetti. Nella
stragrande maggioranza le imprese boschive venete sono costituite da ditte individuali o da microimprese. Il Veneto è la prima regione italiana per addetti e fatturato nel settore del mobile, con aziende che di media superano i 10 dipendenti. Gli stati da dove le aziende venete importano maggiormente i prodotti della silvicoltura sono Bosnia-Erzegovina, Stati uniti e Croazia. A differenza dei prodotti della selvicoltura, il comparto veneto dei mobili ha un saldo commerciale estremamente positivo, dove il valore dell’export supera di dieci volte l’import. Le principali destinazioni dei mobili prodotti sono europee (Francia, Germania in primis), seguiti dagli Stati Uniti.

“La svolta green è diventata oramai improrogabile per il nostro Paese” ha commentato il Presidente CNA Veneto Moreno De Col ” L’Europa ci impone un cambio di passo per quanto riguarda la gestione del nostro patrimonio forestale, principale alleato per contrastare il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Una sapiente gestione di questo patrimonio rappresenta un indotto fondamentale per l’economia della nostra regione. Ma è necessario poter contare su politiche di sostegno al comparto che consentano di superare il gap per quanto riguarda la prima parte della filiera del legno legata alla forte necessità di importazione delle materie prime dai paesi esteri, compensando con la seconda parte della filiera relativa alla produzione di arredi e manufatti in legno nella quale abbiamo migliori performance. Una attenta programmazione da parte della politica negli interventi di
sostegno al comparto può aiutarci anche a superare il pregiudizio che il lavoro nell’impresa artigiana del legno sia percepito come realtà povera e antiquata, e senza prospettive occupazionali per i giovani. Riteniamo fondamentale avviare una attenta riflessione sulla risorsa del legno e la costituzione del Cluster Italia Foresta Legno, di cui la CNA è tra i soci fondatori, ne costituisce il punto di partenza”.

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