Confagricoltura Veneto: anziani agricoltori nell’incudine tra post Covid e aumento dei costi

Sono stati oltre duecento i pensionati di Confagricoltura Veneto  che hanno partecipato all’annuale convegno regionale, organizzato  dalle province di Treviso e Belluno, nel Teatro del Collegio Brandolini a Oderzo (Treviso).
Un momento di discussione e approfondimento, ma anche una ripartenza delle occasioni di socialità dopo gli anni di isolamento imposti dall’epidemia Covid.

“Dopo il Covid la strada per il ritorno alla normalità è ancora lunga”, ha spiegato Sergio Nucibella, presidente  regionale di Anpa (Associazione nazionale pensionati agricoltori di Confagricoltura), che in Veneto conta circa diecimila associati -. “Sono stati sospesi progetti di socialità e gli anziani hanno dovuto affrontare molti momenti di solitudine, che è la più pericolosa delle malattie. Anche a livello sanitario sono molte le criticità. Per le visite e gli esami in ospedale le liste d’attesa sono ancora lunghe e gli interventi vengono ritardati di mesi. Il rapporto con i medici di base non è più quello di prima, dato che spesso serve la prenotazione e servono anche sette-otto giorni di attesa. Poi ci sono i problemi economici. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, il costo della spesa e delle bollette è lievitato e si fa fatica a far quadrare i conti, tanto che qualche agricoltore anziano è costretto ancora a lavorare”.

L’Anpa sta cercando, intanto, di spingere sul tasto della socialità: in cantiere un progetto regionale di Confagricoltura e Agriturist Veneto che prevede di utilizzare gli agriturismi come luoghi di incontro, coinvolgendo anche i giovani di Anga-Confagricoltura per spingere sullo scambio di vedute ed esperienze. Il convegno di Oderzo ha avuto come tema scelto per il 2023 “La cucina contadina tra passato e futuro. L’agricoltura artefice, custode e promotrice della storia, della tradizione e della cultura rurale”. Cristiana Sparvoli,  giornalista specializzata in pubblicazioni dedicate alla cultura gastronomica, alle tradizioni culinarie e alla storia popolare (tratta dalle memorie personali di anziane e anziani ospiti delle case di riposo delle province di Treviso, Belluno e Verona), ha dibattuto sul tema con Michele Romano, formatore di Slow Food Italia e docente per progetti didattici per cibo, territorio e ambiente. Molti i temi trattat come l’evoluzione della coltivazione dei cereali, le cultivar che si sono perse e quelle che si sono mantenute, l’utilizzo delle farine nella cucina moderna oppure il ruolo della cucina e del cibo oggi come allora.

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