Rigassificatore Porto Levante, via libera dalla Regione all'aumento della capacità

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La giunta regionale del Veneto ha approvato l’incremento della capacità del rigassificatore offshore di Porto Levante, in provincia di Rovigo. Il via libera della Regione permetterà allo Stato di rilasciare alla società Terminale GNL Adriatico S.r.l., che gestisce l’impianto, l’autorizzazione ad aumentare la capacità massima di rigassificazione da 9 miliardi a 9,6 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Quello di Porto Levante è uno dei tre rigassificatori presenti in Italia, e di gran lunga il più grande. Gli altri due si trovano a Panigaglia, in Liguria, con una capacità di 3,5 miliardi di metri cubi di gas l’anno, e a Livorno, con 3,7 miliardi di metri cubi di gas l’anno.

Come funziona il rigassificatore di Porto Levante

L’impianto veneto è appoggiato sul fondale marino dell’Adriatico a una profondità di circa 29 metri, a una distanza di circa 15 chilometri dal punto di approdo a terra della condotta e a una distanza minima di circa 12 chilometri dalla costa, a Nord-Est di Porto Viro (Rovigo). Nell’ambito della struttura a gravità sono alloggiati due serbatoi per il GNL (gas naturale liquefatto) aventi capacità di 125mila metri cubi ciascuno. Sulla sua copertura sono installati gli equipaggiamenti di rigassificazione e tutte le utilities necessarie per il funzionamento e gestione dell’impianto.

Il GNL, trasportato a pressione atmosferica e ad una temperatura di -162° C da navi metaniere, viene inviato alla rete di terra una volta riportato in fase gassosa. Il gas è quindi inviato, per mezzo di un gasdotto di diametro 30″ e di lunghezza pari a circa 40 chilometri, alla stazione di misura ubicata nel Comune di Cavarzere (Venezia) e poi alla rete nazionale gasdotti.

«Il rigassificatore è uno dei perni della politica energetica regionale – dichiara il presidente della giunta regionale Luca Zaia –. Mentre tanti parlano di realizzare impianti, noi uno ce l’abbiamo e siamo felici possa essere potenziato per sostenere le attività del territorio veneto. Per questo motivo abbiamo dato il via libera all’intesa che permetterà alla società che gestisce l’impianto di Porto Levantedi aumentare di 600 milioni di Smc/anno la quantità di gas rilasciato».

A quanto dichiara l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato, «l’aumento richiesto non comporta modifiche strutturali, impiantistiche o di processo rispetto all’attuale configurazione dell’impianto e sarà ottenuto mediante un’ottimizzazione del regime di funzionamento, tenuto conto delle condizioni operative e delle esigenze manutentive».

Di fatto ciò si traduce nell’estensione del regime massimo attuale anche a periodi diversi da quelli inizialmente programmati, tenuto conto delle condizioni operative e delle esigenze manutentive dell’impianto. L’aumento della portata di rigassificazione comporterà, inoltre, un incremento dei volumi di GNL approvvigionati via nave, con conseguente minimale aumento del numero annuo di navi metaniere che attraccheranno e scaricheranno al terminale, valutato in 5/7 navi l’anno.

Le autorizzazioni dei terminali di rigassificazione sono rilasciate all’esito di un procedimento unico di competenza dello Stato in conferenza di servizi, alla quale sono convocate le amministrazioni competenti in materia urbanistica, ambientale, fiscale e di sicurezza, nonché le altre amministrazioni titolari di interessi coinvolti dalla realizzazione dell’intervento. Conclusa la fase istruttoria il MASE attesta l’espressione della posizione delle Amministrazioni convocate in Conferenza dei Servizi e richiede l’espressione dell’intesa regionale. Intesa che, nel caso specifico, è stata approvata oggi dalla Giunta regionale del Veneto.

Nella foto: i bracci di carico del terminale Adriatic LNG (fonte: http://www.adriaticlng.it)

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