Manifattura veneta, crescono gli investimenti: +20% nel 2022

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Nel 2022 cresce la propensione agli investimenti della manifattura veneta: 1 impresa su 2 ha investito in azienda per sostenere la crescita e migliorare i processi produttivi, destinando il 20% di risorse in più per evolvere la propria offerta grazie all’acquisto di impianti, macchinari o alla trasformazione digitale. Più prudenti le previsioni per il 2023.
A dirlo sono i dati del Focus investimenti 2022-2023, giunto alla nona edizione ed elaborato dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto per stimare la propensione agli investimenti effettuati nel 2022 e le previsioni per il 2023 degli imprenditori veneti. L’analisi è stata realizzata su un campione di 1.622 imprese manifatturiere con almeno 10 addetti.

“Questi dati dimostrano che le imprese manifatturiere venete hanno ancora voglia di crescere e investire, anche in un anno non facile – commenta il presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza – E questo testimonia anche lo sviluppo e il consolidamento di capacità manageriali all’interno delle aziende, che consentono di programmare gli investimenti per rimanere competitive sul mercato. Lavorare sulla crescita aziendale significa creare ricchezza per l’impresa e per il territorio, attrarre talenti, sostenere l’occupazione, saper innovare. Le previsioni per i prossimi mesi dicono che questa propensione sembra raffreddarsi, con una crescita di investimenti di poco meno del 5%. Va detto anche che sono principalmente le grandi imprese quelle più disponibili a reinvestire risorse in azienda e che la percentuale cala per le imprese di dimensioni più piccole. Bisogna continuare a diffondere cultura d’impresa e a creare un ecosistema di sostegno ai piccoli imprenditori e aiutarli a non perdere il treno della competitività” .

Nel 2022, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, il 55,9% delle imprese manifatturiere del Veneto con almeno 10 addetti ha effettuato investimenti materiali e immateriali impegnando il 20,9% di risorse in più rispetto al 2021. I risultati confermano una buona propensione delle aziende regionali agli investimenti, con andamenti in linea con quelli registrati nel 2021.
La tenuta degli investimenti è confermata sia dall’aumento della quota di imprese investitrici che passa da 53,2% del 2021 a 55,9% del 2022 sia dalla variazione degli investimenti su base annua che non subisce variazioni (+20,9%).
Nel 2022 la platea delle imprese manifatturiere che hanno realizzato investimenti rispetto all’anno precedente è superiore rispetto alle previsioni dichiarate dagli imprenditori nel 2021 quando, preoccupati dalle difficoltà economiche dovute dalle tensioni internazionali, dai rialzi inflazionistici nonché dalle difficoltà di approvvigionamenti, ipotizzavano che solo il 50,6% delle imprese avrebbe realizzato investimenti l’anno successivo.

La propensione ad investire ha riguardato principalmente le imprese di maggiori dimensioni: gli investimenti hanno interessato l’81,2% delle medio-grandi imprese (50 addetti e più) e il 50,2% delle piccole imprese (10-49 addetti). A livello settoriale, gli investimenti hanno interessato soprattutto le imprese della carta e stampa (74,4%), della gomma e plastica (71,9%) e dell’alimentare e bevande (64,5%).
Sono principalmente le imprese che producono beni intermedi ad essere più propense agli investimenti con una quota pari a 59,2%. Seguono le imprese che producono beni di consumo e beni strumentali, che hanno dimostrato una minore propensione ad investire, con quote sotto la media regionale (54,2% e 50,7%).
Gli imprenditori che hanno investito nel 2022 dichiarano di aver utilizzato il +20,9% in più di risorse rispetto al 2021. A livello settoriale spiccano le marcate variazioni positive dei comparti macchine elettriche ed elettroniche (+35,5%), tessile e abbigliamento (+27,4%) e macchine ed apparecchi meccanici (+23,2%). Al contrario le imprese della carta e stampa hanno investito meno rispetto all’anno precedente (-1,5%). Sotto il profilo dimensionale sono le piccole imprese (10-49 addetti) ad utilizzare maggiori risorse per investire (+23,4%) rispetto alle medie e grandi imprese (+20%).
Gli investimenti delle imprese manifatturiere si sono concentrati principalmente nel miglioramento dei processi produttivi: il 90,9% ha investito infatti nell’acquisto di macchinari e impianti, mentre il 43,7% ha scelto di ottimizzare l’automazione d’ufficio. Il 33,7% delle imprese ha investito in formazione e risorse umane mentre è circa un terzo delle imprese ad aver investito sulle energie rinnovabili e sul risparmio energetico (31,2%), sui fabbricati per la produzione o uffici (31,2%) e sulla ricerca e sviluppo (31%). Il 16,4% ha investito in azioni e titoli mentre si attesta a 16,3% la quota di imprese che ha investito in immobili non destinati all’attività d’impresa.
In linea con il dato del 2021 anche nel 2022 le imprese manifatturiere del Veneto hanno investito mediamente il 10% del fatturato aziendale maturato nell’anno. A livello dimensionale l’investimento è risultato più elevato per le piccole imprese (11,4%) a seguire le medie-grandi (6,6%). Sotto il profilo settoriale i comparti metalli e prodotti in metallo (12,8%), carta e stampa (11,7%), tessile e abbigliamento (11,1%), gomma e plastica (10,9%) e alimentare e bevande (10,5%) hanno registrato una incidenza maggiore rispetto alla media regionale.

Previsioni per il 2023
La quota degli imprenditori che prevedono di fare investimenti nel corso del 2023 è pari a 46,9% in diminuzione rispetto alla tendenza del 2022 (55,9%) e gli investimenti sono attesi in crescita del +4,6% (+20,9% l’aumento degli investimenti nel 2022).
A livello previsionale, la quota più elevata di imprese propense ad investire è maggiore tra le aziende che producono beni di consumo (47,5%) e beni di investimento (47,4%). Sotto la media regionale si collocano le imprese che producono beni intermedi con un 46,2% sul totale.
Secondo le aspettative degli imprenditori, nel 2023 gli investimenti aumenteranno del +4,6% su base annua, con una dinamica in diminuzione rispetto a quella registrata per il 2022 (+20,9%).
Le piccole imprese prevedono un aumento maggiore degli investimenti (+7,2%) rispetto alle imprese di medie e grandi dimensioni (+3,9%). A livello di comparti invece, sono previsti aumenti maggiori dalle imprese del tessile e abbigliamento (+22%), della carta e stampa (+8,4%) e delle macchine elettriche ed elettroniche (+7,5%). Al contrario, nel 2023 gli investimenti saranno in diminuzione per gomma plastica (-2,6%), legno e mobile (-2,5%) e metalli e prodotti in metallo (-0,9%).
Tra le imprese che nel 2023 si attendono una diminuzione degli investimenti, meno della metà (44,3%) si giustifica per l’assenza di particolari esigenze, quota in diminuzione rispetto al 2022 (55,5%). Il 27,3% delle imprese crede di ridurre gli investimenti perché li ha programmati negli anni successivi mentre il 18,8% (era 12,6% nel 2022) per incertezze di mercato e solo il 9,6% per mancanza di risorse finanziarie (era 4,7% nel 2022).

Gloria Milan

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