Veneto Banca, tre anni a Vincenzo Consoli in secondo grado. Annullate le confische e prescritto il falso in prospetto

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Lunedì 30 gennaio la Corte d’Appello di Venezia si è espressa sul caso Vincenzo Consoli, ex AD di Veneto Banca, a cui veniva contestato il reato di ostacolo alla vigilanza nei confronti di Banca d’Italia e Consob.

Il verdetto recita tre anni di reclusione, un anno in meno dei quattro inizialmente stabiliti dal Tribunale di Treviso in primo grado. Alle parti civili, ovvero i due organismi di vigilanza e circa seicento risparmiatori, andranno rispettivamente 150 mila euro, e 75 mila euro e il 5 percento delle perdite accusate fino ad un massimo di 20 mila euro.

Annullate invece la confisca di oltre 221 milioni di patrimonio personale e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, disposte in primo grado. Così come è stato dichiarato prescritto il reato di falso in prospetto, che aveva inizialmente contribuito ad emettere la condanna di quattro anni in primo grado. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro due mesi circa.

Il sostituto procuratore Massimo De Bortoli, il pubblico ministero chiamato in procura generale per il processo di secondo grado si è dichiarato soddisfatto del verdetto.

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