Quali conseguenze ha la recessione per l’economia
Si parla di recessione nel momento in cui si registra una significativa riduzione dell’attività economica, la cui durata si può prolungare per mesi o, in alcuni casi, perfino per anni. La recessione viene chiamata in causa dagli analisti del settore nel momento in cui il prodotto interno lordo di un Paese ha segno negativo, con la riduzione delle vendite al dettaglio, l’incremento del livello di disoccupazione e il calo, per un lungo periodo di tempo, dei redditi, accompagnato da una contrazione del comparto manifatturiero. Si considerano le recessioni come fasi inevitabili nel contesto di un ciclo economico, che è caratterizzato da un inevitabile alternarsi di espansioni e – appunto – di contrazioni tipiche dell’economia di un Paese.
Una definizione di recessione
In occasione di una recessione, si registra una difficoltà del sistema economico, con il calo del tasso di occupazione e la riduzione delle vendite delle aziende; lo stesso dicasi per la produzione economica totale del Paese. In generale, il momento che in via ufficiale definisce l’inizio di una recessione economica non è univoco, nel senso che è influenzato da una grande varietà di fattori. L’economista Julius Shiskin, nella prima metà degli anni ’70, ha identificato alcuni parametri importanti attraverso i quali è possibile riconoscere una recessione. Per esempio, la recessione è tale se si verifica un calo del PIL per due trimestri di seguito.
Una domanda lecita è cosa fare durante una recessione, bisogna davvero smettere di investire? Non necessariamente! Se vuoi approfondire questo aspetto, molto utile in tempi bui come quelli che si prevedono ti consigliamo di leggere “Come investire durante una recessione”.
I parametri di Shiskin
Un’economia in salute, secondo Shiskin, ha la tendenza a crescere con il passare del tempo. Di conseguenza, se la produzione si contrae per due trimestri di seguito ci si ritrova alle prese con degli squilibri molto gravi. Con il tempo, per altro, la definizione di recessione adottata da Shiskin si è consolidata, e oggi rappresenta uno standard condiviso.
Alle origini della recessione
Sono molteplici le cause potenziali dell’inizio di una recessione: per esempio le conseguenze di una inflazione senza controllo o un improvviso choc economico. Questo, a sua volta, può scaturire da un fatto imprevisto da cui derivano danni finanziari anche gravi. Per esempio, negli anni ’70 successe che l’OPEC decise in maniera imprevista di bloccare la fornitura di petrolio diretta agli USA: ne derivò, appunto, una fase di recessione nel corso della quale tra l’altro comparvero file senza fine alle stazioni di servizio. Un esempio più recente è quello della pandemia da coronavirus, che ha originato una crisi economica mondiale.
Le bolle speculative
Nel momento in cui gli investitori agiscono non sulla base di una strategia ma solo per effetto dell’impulsività in molti casi si ritrovano alle prese con risultati finanziari non positivi. Un discorso simile può valere per quegli investitori che nel corso di una fase di espansione economica adottano una condotta fin troppo ottimista. L’ex presidente della banca centrale degli USA (la Federal Reserve) Alan Greenspan ha parlato di esuberanza irrazionale per identificare tale trend, in riferimento a una crescita del mercato azionario non controllata come quella che è avvenuta a fine anni ’90. Una conseguenza dell’esuberanza irrazionale è quella delle bolle del mercato immobiliare o azionario. Nel caso in cui scoppi una bolla, si scatenano ondati di panic selling da cui potrebbe derivare un crollo del mercato, con conseguente recessione.
La deflazione eccessiva
Una deflazione troppo alta è un’altra delle possibili cause di una recessione. Stiamo parlando di una riduzione dei prezzi da cui scaturisce una contrazione dei salari che a sua volta porta a un ulteriore calo dei prezzi. È evidente che si innesca una vera e propria spirale, che rischia di sfuggire di mano: così, sia le imprese che i privati smettono di spendere, e per l’economia le conseguenze sono molto gravi. Per correggere la situazione le banche centrali non hanno a disposizione molti strumenti, come dimostra la storia recente del Giappone.
Tecnologia e innovazione
Secondo alcuni analisti, oggi i robot e l’intelligenza artificiale possono provocare delle recessioni, andando a sostituire diverse professioni. Certo è che tutte le innovazioni tecnologiche necessitano di un periodo di adattamento che può essere più o meno lungo, mentre i livelli di produttività vengono aumentati dalle nuove invenzioni, che di conseguenza sul lungo periodo sono benefiche per l’economia. Insomma, pro e contro da valutare con la massima attenzione.