Open innovation? Non solo in produzione: collaborare è una buona idea anche nel marketing

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«Oggi più che mai innovare è un tema cruciale per le aziende. In ogni settore, bisogna cambiare approccio ai propri modelli di business e al proprio modo di lavorare e di trovare nuovi clienti. Proprio per questo il tema dell’open innovation è un punto centrale nelle strategie corporate di Pmi o grandi aziende». A parlare è Nicola Possagnolo, Co-Founder di Noonic, agenzia di digital marketing specializzata in strategie di lead generation.

Ma che cosa si intende per Open innovation? Semplificando, vuol dire questo: fare scaturire prodotti e processi innovativi dalla collaborazione tra imprese strutturate e startup. Portare dentro all’azienda competenze maturate fuori, piuttosto che creare strutture interne dedicate. Una necessità da tempo sentita dalle grandi corporate e, sempre di più, anche dalle piccole e medie imprese.

Un’esigenza che nasce da una constatazione sempre più diffusa: «Innovare nei contesti industriali del nostro territorio è sempre più difficile, richiede sempre più tempo e richiede una profonda conoscenza sia tecnologica che di processi che di modelli di business – afferma Nicola Possagnolo –. Per questo motivo le grandi aziende, ma anche le medie e le corporate devono per forza approcciarsi all’innovazione in un modo nuovo».

Per Possagnolo «non si più pensare che l’innovazione nasca per forza dall’interno, ma è necessario cercare di capire come unire le forze tra piccole realtà che studiano in maniera approfondita un certo tipo di processo, di prodotto o di modello di business per approcciare il mercato, e realtà solide che hanno già un numero di clienti o un sistema di produzione e di lavoro consolidato nel tempo, ma che purtroppo in questo momento non riescono a innovare». Per quale motivo? «Perché servono investimenti ingenti, tempi lunghi e soprattutto il mindset corretto per imparare e riuscire a fare startup».

Si è soliti applicare il concetto di Open innovation all’industria e alla tecnologia. Ma anche il marketing è un terreno di applicazione di questa strategia, che può portare a raccogliere frutti altrettanto importanti. Per dirla in altre parole: l’innovazione «aperta» aiuta non solo nelle fasi di progettazione e realizzazione di nuovi prodotti, ma anche nella fase successiva, quella della vendita.

«Oggi è fondamentale capire come il marketing possa aiutare le aziende a crescere, e a farlo in maniera costante e soprattutto programmabile e programmata – prosegue Nicola Possagnolo –. Non basta più fare alcune campagne di performance marketing o di marketing generico per promuovere i propri prodotti. Servono una strategia e un’analisi del proprio modello di business e modello di vendita. A partire da questi, poi, comprendere come queste dinamiche di vendita possano congiungersi con i sistemi presenti già online».

Internet è lo strumento ideale per applicare strategie di marketing, sia ottica b2b che b2c. Ma la rete, da sola, non basta. «Non è sufficiente semplicemente raccontare – conclude Possagnolo –, ma è necessario pensare in maniera strategica per raggiungere gli obiettivi di vendita che un’azienda si pone».

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