Dalla Fornero ai giovani, il "programma" dei pensionati Cisl verso le elezioni

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Senza nuove politiche per la natalità, l’occupazione di donne e giovani e la gestione dei migranti, il sistema previdenziale fallirà entro il 2050. È quanto è emerso dal convegno “Calo demografico: quali ricadute sul sistema socio previdenziale”, organizzato dalla Fnp Veneto, la federazione dei pensionati della Cisl, e che ha visto la partecipazione di diversi esperti del settore, tra cui Gianpietro Dalla Zuanna, ordinario di Demografia all’Università di Padova, e il direttore dell’Inps Veneto Antonio Pone.

«È cominciato il conto alla rovescia per il funzionamento “a regime” della riforma Fornero, cosa che nessuno vuole e cosa che chiunque arrivi a Palazzo Chigi dopo il 25 settembre deve affrontare», afferma il segretario generale dei pensionati Cisl del Veneto, Tina Cupani, «come pensionati proponiamo da tempo un sistema che preveda meccanismi certi di flessibilità in uscita, perché i lavori non sono tutti uguali e non si può rimanere appesi di anno in anno alla legge di Bilancio. Una riforma che sostenga la maternità con un anno di contribuzione per ogni figlio, e che sostenga i giovani, con una pensione di garanzia che compensi l’oggettivo rischio di avere assegni molto bassi: ricordiamoci che chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996, con il sistema interamente contributivo, non avrà l’integrazione al minimo».

Il calo demografico e l’attuale tasso di occupazione, secondo quanto emerso, non consentiranno di sostenere coloro che non sono attivi economicamente, ovvero bambini e adolescenti fino ai 14 anni e anziani ultrasessantenni. «Oggi i conti sono in ordine – ha affermato Cupani – ma con l’invecchiamento della popolazione non reggeranno se la natalità e l’occupazione restano ai livelli di adesso. Discutere di politiche lungimiranti per favorirle dovrebbe essere oggetto di campagna elettorale, invece si parla di donne solo come oggetto di violenza; si parla di migranti nella solita retorica; non si sentono idee per sostenere la crescita del Paese e non si parla nemmeno di giovani. Si parla ‘ai’ giovani strizzando loro l’occhio nelle piattaforme che usano», ha concluso Cupani, riferendosi al recente sbarco sui social, in particolare su TikTok, di tutti i principali candidati dei partiti.

Durante il convegno è stato posto in evidenza come l’allungamento dell’aspettativa di vita, il calo delle nascite e l’aumento dell’età della donna all’arrivo del primo figlio siano fenomeni comuni in tutta Europa da 40 anni. Ciò che è diverso è la risposta dei vari Stati: in Italia ci sono stati dei progressi con Family Act, ma sarebbe necessario assicurare alle famiglie lavori dignitosi e una paga adeguata. Questo accrescerebbe la natalità, ovviamente maggiore nelle coppie in cui entrambi i partner hanno un lavoro stabile. «In Veneto abbiamo un tasso di occupazione buono rispetto alla media nazionale, del 65,7% – ha spiegato ancora il segretario Cupani –, dove gli uomini lavorano per il 73,5% e le donne per il 57,7%. La Cisl Veneto ha calcolato che se anche le donne arrivassero allo stesso tasso di occupazione degli uomini, staremmo parlando già di 200mila lavoratrici in più

Foto, da sinistra: Antonio Pone, Tina Cupani, Patrizia Volponi, segreteria nazionale Fnp, Gianfranco Refosco, segretario generale Cisl Veneto

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