Elezioni, sondaggio Confartigianato Treviso: indeciso un imprenditore su quattro

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Le priorità del nuovo governo dovrebbero essere la diminuzione della pressione fiscale, del costo dell’energia e delle materie prime. È quanto emerge da un sondaggio di Confartigianato Imprese Veneto condotto tra i piccoli imprenditori trevigiani dal 6 al 9 settembre con il sistema Cati, in vista delle elezioni del 25 settembre, ormai alle porte.

Dal sondaggio è emerso che circa l’85% degli intervistati andrà certamente a votare, anche se il 23,3% rivela di non sapere ancora per chi. Insomma, gli indecisi sono ancora quasi uno su quattro.

Autonomia differenziata, domina lo scetticismo

Ad ogni modo, due terzi degli imprenditori coinvolti ritengono che la fine anticipata della legislatura sia stata un errore e il 64,4% vede Pnrr e riforme sul fisco, la giustizia e gli appalti come necessità su cui non è possibile fare passi indietro. Solo due imprenditori su dieci, inoltre, considerano l’adesione alla Nato e la vocazione europeista delle priorità. È bassa, invece, la fiducia sull’ottenimento dell’autonomia differenziata: dopo cinque anni dal referendum e nessun risultato, solo il 4% degli intervistati ritiene che sarà realizzata.

«La nostra richiesta è semplice – ha affermato Oscar Bernardi, presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana – La politica deve riportare l’attenzione su coloro che hanno dimostrato di saper creare occupazione, benessere economico, coesione sociale. La priorità del nuovo governo deve essere il disegno di legge sull’autonomia, elaborato dal ministro Mariastella Gelmini. L’autonomia territoriale va vista come ‘metodo’ di responsabilizzazione della “governance sociale” nell’uso delle risorse umane, ambientali ed economiche. Il Paese lo deve a tutti coloro che hanno perso ormai ogni speranza dopo cinque anni dal referendum.»

Come accennato, i provvedimenti più importanti, secondo i piccoli imprenditori trevigiani, sono la riduzione delle tasse (68,5%), del prezzo dell’energia (63%) e delle materie prime (46,6%), ma è stato richiesto anche sostegno agli investimenti in energie rinnovabili. Oltre la metà degli intervistati ha poi affermato di aver messo in preventivo di utilizzare meno illuminazione, aria condizionata e riscaldamento, mentre due su dieci prevedono un indebitamento con le banche. Per i prossimi mesi, infatti, è poca la fiducia: solo un imprenditore su cinque ritiene che non ci saranno gravi conseguenze. Gli altri non sono così ottimisti: il 56% prevede un leggero peggioramento o nella migliore delle ipotesi il mantenimento dello status quo, mentre per il 28,8% si assisterà ad un aggravarsi della situazione. Parlando della propria attività, il 46% ipotizza un leggero miglioramento o un mantenimento positivo dell’attuale situazione, mentre il 42% si posizione all’opposto. Solo il 5,5% teme un considerevole
aggravamento.

«Nella programmazione dell’economia, la politica non può essere autoreferenziale» – ha concluso Oscar Bernardi – Occorre recuperare capacità di ascolto. Altrimenti si rischiano leggi inapplicabili, norme che non servono a nulla, declamate come se fossero soluzioni».

In foto: Oscar Bernardi

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