Hera, ricavi raddoppiati con il caro energia. Ma aumentano anche i margini operativi

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Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Hera ha approvato i risultati economici ottenuti nei primi sei mesi del 2022. Nonostante la difficile situazione economica, risultato della crisi pandemica e aggravata dal conflitto in Ucraina, i risultati si attestano su un ricavo di 8,9 miliardi, con un aumento del 112,8% rispetto al primo semestre 2021.

Nel primo semestre 2022 i ricavi sono dunque aumentati in maniera importante, grazie al contribuito di tutti i principali business. In particolare, i settori dell’energia presentano una crescita importante legata principalmente all’incremento del prezzo delle commodities. Inoltre, si segnala la crescita dei servizi energia legati all’efficienza energetica negli edifici abitativi (bonus facciate e superbonus 110%) e l’aumento delle attività per servizi a valore aggiunto per i clienti. Per quanto riguarda invece il settore ambiente, hanno inciso sui maggiori ricavi soprattutto la produzione di energia, le nuove acquisizioni nel mercato industria e la variazione dei prezzi nei mercati presidiati.

Il margine operativo lordo del primo semestre 2022 sale a 631,2 milioni di euro (+3,3%) rispetto ai 610,9 milioni al 30 giugno 2021, con un incremento di 20,3 milioni di euro, principalmente per i contributi delle aree energy, ambiente e idrico.

Il risultato della gestione finanziaria al 30 giugno 2022 è di 50,9 milioni di euro, in miglioramento di 4,2 milioni rispetto al 30 giugno 2021. Nel confronto con i dati dell’anno precedente, il risultato ante-imposte si attesta quindi a 284 milioni di euro, in lieve crescita (+0,9%) rispetto ai 281,5 milioni del primo semestre 2021, mentre il risultato netto*, pari a 201,7 milioni, si conferma in linea con quello al 30 giugno 2021.

L’utile netto al 30 giugno 2022 si attesta a 201,7 milioni di euro, in contrazione rispetto ai 231,1 milioni del primo semestre 2021 che è comprensivo di special items per 24,7 milioni, generatisi a seguito del riallineamento fiscale e del riacquisto parziale di alcuni bond.

Nel primo semestre 2022, gli investimenti operativi del Gruppo, al lordo dei contributi in conto capitale, ammontano a 287,1 milioni di euro, in forte crescita (+16,3%) rispetto ai 246,9 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente, e sono riferiti principalmente a interventi su impianti, reti e infrastrutture. A questi si aggiungono gli adeguamenti normativi che riguardano soprattutto la distribuzione gas per la sostituzione massiva dei contatori e l’ambito depurativo e fognario.

L’indebitamento finanziario netto passa dai 3.261,3 milioni al 31 dicembre 2021 ai 3.682,4 milioni al 30 giugno 2022, registrando un incremento di circa 421,1 milioni di euro rispetto all’anno precedente, principalmente per la variazione del capitale circolante netto derivante dal maggior valore degli stoccaggi gas già contrattualizzati per gestire al meglio i fabbisogni della prossima stagione termica e garantire qualità e continuità del servizio ai propri clienti. Leggermente in crescita il rapporto debito netto/MOL, che si attesta a 2,96x.

Il Presidente di AcegasApsAmga e Presidente Esecutivo del Gruppo Hera, Tomaso Tommasi di Vignano, ha dichiarato: «Le politiche di gestione, prudenti e avverse al rischio, hanno evidenziato una grande capacità di tenuta anche di fronte ai correnti scenari estremi, garantendo la prosecuzione di un processo di crescita del nostro lungo track record».

L’Amministratore Delegato di AcegasApsAmga, Roberto Gasparetto, si è invece soffermato sugli interventi nella rete idrica nel padovano e nel triestino: «Grazie alle iniziative messe in campo e alla ridondanza del sistema idrico, finora siamo stati in grado di garantire regolarmente la fornitura d’acqua sia a Trieste che a Padova, nonostante il perdurare del fenomeno siccitoso».

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