Caos aeroporti: oltre 50 voli cancellati in Veneto per lo sciopero nazionale delle low cost

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Centinaia di voli cancellati o in forte ritardo: queste le conseguenze dello sciopero negli aeroporti di ieri, domenica 17 luglio. L’agitazione ha riguardato i controllori di volo di Enav, il personale delle compagnie low cost Ryanair, Malta Air, EasyJet, Volotea e del personale aeroportuale. Lo sciopero si è tenuto nell’orario concesso, ovvero dalle 14 alle 18, ma ha avuto effetti a catena per tutto il resto della giornata.

A Venezia, nello scalo di Marco Polo, sono stati cancellati il 10% dei voli, 25 su 250. Mentre sono 14 i voli cancellati sia a Treviso che a Verona, seppure su totali differenti, 52 voli a Treviso contro i 100 dell’aeroporto scaligero. Oltre al disagio causato dalla cancellazione ciò che ha pesato di più sono state le conseguenze imposte dallo sciopero. Pesanti ritardi ai check-in e ai controlli per la sicurezza, code interminabile per spedire e ritirare i bagagli, con un incremento notevole delle valige smarrite. Sono stati quasi 5 mila i passeggeri rimasti a terra.

La mobilitazione è stata trasversale alle sigle sindacali e alle compagnie, coinvolgendo moltissimi lavoratori. Un adesione del 100%, secondo Filcams. I promotori dello sciopero sono convinti che si potesse fare di più e che la fascia di orario concessa abbia limitato l’impatto. Il periodo 14-18 vede infatti poche partenze e una minor affluenza rispetto a altre parti della giornata.

Tutele dei passeggeri

Le associazioni a tutela dei consumatori ricordano che in caso di volo cancellato i passeggeri hanno diritto a tre opzioni differenti:

  • Rimborso del prezzo del biglietto per la tratta di viaggio non effettuata, quindi in caso di volo in più parti verranno rimborsate solamente quelle non percorse;
  • Imbarco sul primo volo possibile in relazione alle possibilità della compagnia aerea;
  • Imbarco in un volo alternativo in una data conveniente al passeggero.

Inoltre, nel caso la cancellazione non sia stata comunicata con almeno due settimane di preavviso, si ha anche diritto a un rimborso monetario di 250 euro sulle tratte inferiori ai 1500 km. La quota sale a 400 euro per i voli all’interno dell’Unione Europea o con lunghezza compresa tra 1500 e 3500 km. Invece per i voli di lunghezza superiore ai 3500 km il rimborso è di 600 euro.

Le cause

La situazione critica è causata dalla mancanza di personale e, almeno in Italia, dal mancato rinnovo del contratto collettivo scaduto sette anni fa. Durante la pandemia, con il traffico aereo notevolmente ridotto, le compagnie hanno licenziato i lavoratori per ridurre i costi di gestione. Con la ripresa del turismo e del settore in generale gli scali si trovano ora in deficit di personale, rallentando le procedure e costringendo i propri dipendi a straordinari e turni pesanti. La mancata assunzione è causata sia dall’aumento delle spese (ad esempio il costo del carburante) che alla propensione estrema al guadagno delle compagnie. Colpite soprattutto le low-cost visto il loro operare su margine di guadagno ridotto sul singolo biglietto. Di conseguenza diminuiscono i voli e si alzano i prezzi, con i biglietti economici ad emissione estremamente ridotta.

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