Padova, Europa: ecco l'arrivo degli «scholares vagantes»

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Il  team ciclistico degli Scholares vagantes partito due mesi fa dall’Ateneo patavino, proprio come nella canzone di Paolo Conte, è spuntato infine dalla curva di via San Francesco ed è arrivato al Bo. Oggi hanno percorso insieme gli ultimi chilometri per le vie della città per entrare alle 16.00 a Palazzo del Bo, in via VIII febbraio 2, sede dell’Ateneo. Nella passerella finale hanno sfilato toccando i luoghi simbolo di Padova: Prato della Valle, Santa Giustina, Sant’Antonio e infine da via San Francesco arriveranno appunto sul liston davanti a Palazzo Bo per entrare in Cortile Nuovo.

Ad accogliere i ciclisti la rettrice, Daniela Mapelli, Antonio Paoli, prorettore con delega al Benessere e allo sport e il consigliere del Comune di Padova, Diego Bonavina. Gli Scholares vagantes erano partiti da Oxford il 21 aprile scorso nel nome degli 800 anni dell’Università di Padova con tappe a Cambridge, Sorbona di Parigi, all’Università di Salamanca e all’Alma Mater Studiorum di Bologna.

Alla cerimonia di consegna degli attestati ai partecipanti del progetto Scholares vagantes si sono uniti Matilde Girolami, prorettrice con delega al Diritto allo Studio, Massimiliano Zattin, prorettore con delega al Dottorato e al post lauream, Marco Ferrante, prorettore con delega alla Didattica, e Paolo Sambo, prorettore con delega alle Politiche per le sedi decentrate, che hanno consegnato alla rettrice Mapelli i doni delle cinque università visitate (Oxford, Cambridge, Sorbona, Salamanca e Bologna).

«L’Università di Padova ha voluto ricordare, con questo viaggio, ottocento anni di una storia legata da sempre a doppio filo con il concetto di identità europea. Un’Europa basata su quella libertà che fa parte del nostro motto: universa universis patavina libertas – ha affermato Daniela Mapelli, Rettrice dell’Università di Padova –. Libertà di studio, di pensiero, di espressione, di dibattito e libertà di movimento delle persone e delle idee, libertà religiosa, politica e accademica: declinazioni diverse di un unico fondamentale valore che – e ce lo dimostrano gli eventi dei giorni nostri, in questo 2022 – non è scontato né garantito ora come non lo era ottocento anni fa, quando l’accademia patavina è stata fondata. Come i medievali scholares vagantes, che attraversavano i confini alla ricerca di una cultura comune, i protagonisti di questo viaggio hanno rinsaldato, tappa dopo tappa, il profondo legame tra atenei che condividono una lunga storia alle spalle. Un legame fatto di valori comuni che affondano le loro radici nel passato, caratterizzano il nostro presente e ci guidano nel dare forma al futuro che stiamo costruendo attraverso la formazione delle nuove generazioni, la ricerca e l’innovazione scientifica, tecnologica e sociale».

«I numeri a volte possono sembrare freddi, ma questi numeri non lo sono, perché rappresentano passione, dedizione e visione: 800, 6, 4, 60, 4475, 40… 800 gli anni dell’Università di Padova, 6 le università più antiche d’Europa collegate da questo viaggio, 4 le nazioni attraversate in 60 giorni di viaggio e 4475 km percorsi da 40 dipendenti e studenti dell’Ateneo! Questo viaggio che ha voluto riproporre gli itinerari che centinaia di anni fa percorsero i clerici vagantes, studenti medievali, di città in città, di università in università, contribuendo all’idea dell’università come oggi la conosciamo, ponendo le basi dell’Europa moderna e dell’ideale della libera circolazione dei saperi, giunge infine alla sua conclusione. È stato un lavoro corale del personale dell’Area Comunicazione e Marketing, un impegno organizzativo importante ma che è stato ripagato da una straordinaria risposta, sia in termini di domande di partecipazione che di entusiasmo dei diversi team che si sono alternati nelle nove tappe del percorso. Abbiamo voluto con questo viaggio a – ha detto Antonio Paoli, prorettore con delega al Benessere e allo sport – ricordare le radici internazionali del nostro Ateneo che, dalla sua fondazione, divenne ben presto uno dei crocevia europei della scienza, proponendo e permeandosi di quella Libertas che ancor oggi è nostro orgoglio. Ma non è solo un messaggio sulla libertà di insegnamento ed apprendimento che abbiamo voluto lanciare con questa iniziativa, ma anche sulla libertà di viaggiare e di conoscere nuove realtà, un messaggio di sostenibilità utilizzando il mezzo più ecologico: la bicicletta, un messaggio sull’importanza dei valori dello sport, della salute e del benessere, ed infine un messaggio forte sulle nostre comuni radici culturali europee. Questo messaggio è stato ben sottolineato dalle altre Università più antiche d’Europa: Oxford, Cambridge, Parigi Sorbona, Salamanca e Bologna, che durante le cerimonie organizzate in occasione delle varie tappe hanno colto l’occasione per ribadire i forti legami esistenti anche con lo scambio di doni simbolici che rappresentavano le rispettive università. L’Ateneo di Padova ha donato da parte sua una pergamena a firma della Rettrice, il sigillo dell’Ateneo, dei volumi storici sull’Ateneo Patavino, la nuova moneta d’argento da 5 euro intitolata all’Ottocentenario dell’Università di Padova, e non ultimo i semi di cinque specie diverse provenienti dall’Orto botanico, il più antico al mondo; questi semi simboleggiano, insieme a questo viaggio durato 60 giorni un altro viaggio durato 800 anni e che è, in realtà, appena all’inizio».

«Avendo partecipato alle prime due tappe, posso testimoniare la stima e l’entusiasmo sincero con cui ci hanno accolto le delegazioni di Oxford e Cambridge, formate, come la nostra, da tutte le componenti dell’ateneo – docenti, studenti, personale tecnico e amministrativo. Ha colpito – ha sottolineato Massimiliano Zattin, prorettore con delega al Dottorato e al post lauream e dalla cui idea è nato il progetto di Scholares vagantes – soprattutto la totale condivisione del messaggio e dei valori che abbiamo voluto portare in giro per l’Europa, a testimonianza dell’universalità dei principi sui quali si fonda l’Università di Padova e dell’appartenenza ad una comunità accademica che non conosce confini geografici o politici»

Il progetto Scholares vagantes

Inghilterra, Francia, Spagna oltre che Italia le nazioni toccate in 60 giorni: 4.475 i km totali, 21.123 metri di dislivello, 9 team ciclistici composti ciascuno da 3 corridori (un docente, un componente del personale tecnico amministrativo e uno studente) e 9 staff tecnici di supporto per un totale di 36 persone coinvolte che si sono alternati nelle otto super-tappe (Oxford – Dover, Calais – Bonneval, Bonneval – La Rochelle, La Rochelle – San Sebastián, San Sebastián – Matapozuelos, Matapozuelos – Barbastro, Barbastro – La Grande Motte, La Grande Motte – Finale Ligure, Finale Ligure – Padova) frazionate in percorsi da 75 chilometri ciascuno.

Questi sono i numeri del progetto Scholares vagantes, antichi e moderni viandanti: un messaggio sportivo tra le più antiche università europee. Come i clerici vagantes, studenti girovaghi che nel Basso medioevo erano soliti spostarsi in tutta Europa per poter seguire le lezioni che ritenevano più opportune, così gli scholares vagantes padovani hanno portato il messaggio sportivo e culturale degli 800 anni targati Unipd alle università più antiche del vecchio continente. Da quella peregrinatio academica, prima “mobilità studentesca”, gli scholares vagantes hanno valicato le frontiere uniti dalla ricerca di una cultura comune.

Particolarmente significativo è lo spirito con cui gli scholares vagantes hanno portato in Europa il messaggio degli 800 anni che si festeggiano a Padova: un percorso e un’esperienza da lasciare in eredità alle prossime generazioni, all’insegna dei valori fondanti dell’Ateneo e la riflessione collettiva sul futuro che ci attende. Un messaggio attivo di sostenibilità e che promuove i valori dello sport, della salute, del benessere, della mobilità e della collaborazione internazionale. Gli stessi doni con cui sono state omaggiate le università europee visitate sono il simbolo del legame potente dato dalla cultura: una pergamena a firma della Rettrice, il sigillo dell’Ateneo, i videomessaggi del professor Paoli e di studentesse meritevoli che rappresentano l’Università di Padova in occasione dell’Ottocentenario, la raccolta di volumi “L’Università di Padova nei secoli (1222-2000)” che ripercorre i nostri otto secoli di storia, tra scienza e sapere unitamente a Hortus Mirabilis pubblicazione che racconta l’Orto botanico Patrimonio Unesco, la nuova moneta d’argento da 5 euro intitolata all’Ottocentenario dell’Università di Padova a tiratura limitata, e non ultimo a simbolo del futuro che ci aspetta, i semi di cinque specie diverse (Magnolia grandiflora Fam. Magnoliaceae, Vanilla planifolia Andrews Fam. Orchidaceae, Coffea arabica Fam. Rubiaceae, Ginkgo biloba Fam. Ginkgoaceae e Chamaerops humilis Fam. Arecaceae) provenienti dal nostro Orto botanico, il più antico al mondo, fondato nel 1545. Doni che rappresentano l’idea che tutto ciò che oggi siamo: un patrimonio di relazioni e scambi che sono le radici a cui si ancorerà il futuro illuminato dalla cultura e, grazie alla cultura, più libero, più giusto e più sostenibile.

I prorettori: Massimiliano Zattini, Paolo Sambo, Marco Ferrante, Matilde Girolami

Nelle quattro università europee i rappresentanti istituzionali dell’Università di Padova sono stati accolti dai vertici dei rispettivi atenei, in particolare a Oxford Antonio Paoli, prorettore al Benessere e allo sport, ha incontrato Anne Trefethen, Pro Vice Chancellor (People and Digital); a Cambridge Massimiliano Zattin, prorettore con delega al Dottorato e al post lauream, e Paolo Sambo, prorettore con delega alle Politiche per le sedi decentrate, hanno salutato Nick Brooking, Director of Sport; a Parigi, Matilde Girolami, prorettrice con delega al Diritto allo Studio si è intrattenuta con Fabienne Peraldi-Leneuf, vice-présidente chargée de l’Europe; a Salamanca il prorettore alla didattica Marco Ferrante ha dialogato Efrem Yildiz Sadak, prorettore relazioni internazionali di Salamanca, infine a Bologna Antonio Paoli, prorettore al Benessere e allo sport, Massimiliano Zattin, prorettore con delega al Dottorato e al post lauream, e Paolo Sambo, prorettore con delega alle Politiche per le sedi decentrate vedranno, prima della partenza, Alessandro Bortolotti, delegato allo Sport Università di Bologna.

L’Ateneo, che promuove da tempo la bicicletta come simbolo di uno stile di vita sostenibile e orientato al benessere, ha posto Scholares vagantes come una delle manifestazioni al centro delle celebrazioni per gli 800 anni. Sono state oltre 400 le persone dell’Ateneo che hanno aderito al progetto.

Fondamentale è stato il supporto di enti e aziende: i contributi istituzionali di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Padova; il main sponsor degli eventi dell’Ottocentenario Eurointerim spa; gli Sponsor tecnici del progetto Scholares vagantes De Marchi 1946 srl, Biciclette Dynatek srl, Rudy Project spa, CyTech srl; la promozione del progetto da parte di FIAB Padova e Bike Italia.

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