Caldo torrido e in Veneto cala la produzione di latte e le rese di mais

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Arriva l’estate dopo una primavera che si è classificata come la sesta più calda di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,85 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti diffuse per l’arrivo del solstizio d’estate domani 21 giugno 2022 alle ore 11.14 con l’Italia sotto assedio del caldo e della siccità, sulla base della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880.

Un quadro che interessa anche il Veneto – commenta Coldiretti – che ha già chiesto lo stato di crisi ad aprile e che ora si trova a gestire il razionamento anche dell’acqua potabile per usi diversi da quello alimentare e igienico-sanitario. La situazione è critica su tutto il territorio regionale –spiega Coldiretti Veneto – dove anche le colture tradizionalmente a ridotto fabbisogno idrico stanno soffrendo. E’ allerta negli allevamenti dove si registra un calo di produzione di latte del 10% e la preoccupazione per la raccolta di foraggio e le rese di mais per l’alimentazione degli animali.

Le temperature sulla terraferma sono state superiori alla media soprattutto in Asia e Australia e nel sud e nell’est del Nord America, nel centro e nel Sud America. In particolare in Europa – precisa la Coldiretti – la primavera 2022 si classifica al diciannovesimo posto tra le piu’ calde mai registrate con una anomalia di + 1,09 gradi rispetto alla media di riferimento.

In Italia la primavera è stata segnata da un aprile freddo e da un maggio bollente durante il quale la colonnina di mercurio è stata in media superiore di 1,83 gradi, collocandosi al secondo posto tra i piu’ caldi dal 1800, secondo analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr.  A preoccupare – continua la Coldiretti – è la mancanza di precipitazioni che in Italia sono risultate in media addirittura dimezzate rispetto allo scorso anno ma con riduzioni percentuali ancora piu’ altre nelle regioni del Nord.

Sono gli effetti dei cambiamenti climatici in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici – ricorda la Coldiretti – è ormai la norma. La tendenza al surriscaldamento è infatti accompagnata da una più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che – conclude la Coldiretti – sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa.

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