Banca Ifis, utili netti quasi raddoppiati nel primo trimestre

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Il Consiglio di Amministrazione di Banca Ifis, riunitosi sotto la presidenza di Sebastien Egon Fürstenberg, ha approvato i risultati relativi al primo trimestre 2022.

“I risultati del primo trimestre 2022, in significativa crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 con un utile netto in aumento del 74% a 35 milioni di euro, sono stati raggiunti grazie alle ottime performance di tutti i settori della Banca”, dichiara Frederik Geertman, Amministratore Delegato di Banca Ifis.

“I ricavi del Settore Commercial & Corporate Banking, in crescita del 13% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, riflettono il dinamismo della rete commerciale supportata dal processo di digitalizzazione in corso. I risultati sono evidenti in tutte le principali business unit, che nel primo trimestre 2022 hanno riportato tassi di crescita superiori ai mercati di riferimento: il turnover del Factoring è cresciuto del 19% (rispetto al +14% del mercato), le erogazioni del Leasing auto del +5% (rispetto all’1% del mercato). Inoltre, la piattaforma «Ifis4business», che consente di offrire al cliente un’esperienza digitale e multicanale, copre oggi il 40% dei clienti Factoring ed entro fine giugno sarà estesa a tutto il portafoglio clienti.

Nel Settore Npl, i recuperi di cassa sui portafogli Npl acquistati, pari a 91 milioni di euro (+13% rispetto agli 81 milioni di euro del primo trimestre 2021), confermano la qualità del portafoglio e l’aumento della produttività dell’attività di recupero dei crediti Npl, che si posiziona tra le migliori del mercato italiano”, evidenzia Frederik Geertman.

“Il termine delle moratorie ha dimostrato la qualità del portafoglio creditizio della Banca. Sul totale originario dei crediti in moratoria al 31 marzo 2022, solo il 3% pari a 20 milioni di euro presenta tre rate in scaduto, di cui 13 milioni di euro sono per l’80% garantiti dallo Stato e 6 milioni di euro sono crediti Leasing il cui bene sottostante presenta un valore residuo elevato.

Per quanto riguarda il contesto geopolitico in Russia, Bielorussia e Ucraina, la Banca non ha un’esposizione materiale verso i tre mercati e sta attuando un attento monitoraggio degli impatti sulla clientela, sia diretti – derivanti dal calo dell’attività di import/export – sia indiretti – derivanti dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. Sulla base di un sondaggio condotto su 560 imprese che operano nei settori più impattati – siderurgia, energia, frumento, lusso, auto, ceramica e cartiere – Banca Ifis ritiene la propria posizione di rischio generalmente gestibile nell’ambito degli ordinari rapporti commerciali. L’esposizione della Banca verso clienti con un elevato impatto diretto è modesta, mentre i clienti che dichiarano impatti indiretti elevati, circa il 40%, hanno prevalentemente una buona solidità economica e finanziaria e rappresentano, quindi, un limitato rischio di credito.

La Banca ha mantenuto un approccio conservativo nella valutazione del rischio di credito. Nel primo trimestre gli accantonamenti per rischi su crediti sono stati pari a 17 milioni di euro e includono rettifiche di 8 milioni di euro a fronte di posizioni del portafoglio commerciale con vintage elevata. Le rilevanti riserve accantonate per il Covid nel corso dei precedenti esercizi sono state conservativamente mantenute.

Il portafoglio di proprietà della Banca, pari a 2,7 miliardi di euro al 31 marzo 2022, ha fornito un costante contributo ai ricavi, pur mantenendo un profilo di rischio estremamente contenuto essendo costituito per circa il 90% da titoli a breve termine emessi dallo Stato italiano e da primarie istituzioni finanziarie. Il portafoglio di proprietà è gestito con una strategia di lungo termine e con l’obiettivo di ridurre la volatilità del conto economico; infatti, la percentuale del portafoglio con impatto diretto a conto economico è inferiore all’1%. L’esposizione a titoli legati al rialzo dei tassi e dell’inflazione – pari a circa il 34% del portafoglio obbligazionario – e il reinvestimento di circa 500 milioni di euro di titoli di stato italiani scaduti ad aprile 2022 forniranno un crescente contributo in termini di interessi attivi in un contesto di rialzo dei tassi.

 

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