Guerra in Ucraina, flash mob di Coldiretti. «Un agricoltore su quattro ha ridotto la produzione»

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Un flash mob per invocare la pace in Ucraina è stato organizzato da Coldiretti la mattina del 2 marzo 2022 alla Fiera Agricola di Verona. Le conseguenze di quanto sta succedendo in Ucraina si stanno già facendo sentire sul settore agroalimentare: un giovane agricoltore su quattro nell’ultimo mese ha dovuto ridurre la produzione a causa dei rincari energetici aggravati dalla guerra che hanno provocato un aumento record dei costi. Dal gasolio ai concimi, dai mangimi ai materiali per l’imballaggio: il futuro di una generazione di agricoltori è a rischio. Per questo motivo le imprenditrici agricole e gli under 30 di Coldiretti hanno manifestato, indossando i propri indumenti e strumenti di lavoro, dalla tuta e gli stivali di chi accudisce gli animali nelle stalle alle reti dei pescatori, fino alle tute degli apicoltori. Numerosi i cartelli di protesta contro le armi che sono tornate a sparare e i granai che sono svuotati. Il rischio di vedere gli scaffali deserti, di subire speculazioni e carestie con l’inflazione che aumenta povertà e fame in Italia e nel mondo, provocando tensioni sociali e politiche è reale.

Sul palco stamattina diverse figure istituzionali, oltre al Presidente Nazionale Ettore Prandini: la delegata Veronica Barbati, il Governatore del Veneto Luca Zaia, l’Eurodeputata Mara Bizzotto, il direttore regionale Marina Montedoro, il Sindaco di Verona Federico Sboarina, la responsabile di Donne Impresa Chiara Bortolas, il neo delegato di Giovani Impresa Veneto Marco De Zotti e tutti i rappresentanti provinciali di entrambi i coordinamenti femminili e giovanili.

«L’agricoltura – denuncia Coldiretti – è infatti l’unico settore che registra un calo del valore aggiunto (-0,8%), in netta controtendenza con l’andamento generale che ha registrato un balzo del 6,6% del Pil (dati Istat) nel 2021. Con l’aumento dei costi si rischia l’abbandono delle produzioni: il latte, ad esempio, viene pagato agli allevatori appena 38 centesimi al litro, mentre un coltivatore di pomodoro da industria per la passata si vede corrispondere addirittura solo 10 centesimi al chilo, secondo l’analisi Coldiretti. Non va meglio per chi produce le arance, dove il prezzo in campagna è di 43 centesimi al chilo, che scendono a 18 centesimi al chilo nel caso delle carote. Un chilo di grano che viene pagato agli agricoltori 31 centesimi serve per produrre un chilo di pane che viene venduto a consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 4 euro a seconda delle città. Il problema vero – evidenzia Coldiretti – è il costo dell’energia che è esploso ed ha colpito tutte le attività produttive, dal gasolio per il trattore necessario alle semine al riscaldamento delle serre fino al prezzo dei concimi per garantire fertilità ed aumentare la produzione che è balzato del 170%».

La crisi ucraina non risparmia dunque infatti neppure la parte più avanzata del settore agricolo, diventato di fatto il punto di riferimento importante per le nuove generazioni, tanto che nell’ultimo anno sono nate in media 17 nuove imprese giovani al giorno, secondo l’analisi Coldiretti-Divulga. Un cambiamento epocale che non accadeva dalla rivoluzione industriale: «Il mestiere della terra è diventato – precisa la Coldiretti – la nuova strada del futuro per tanti ragazzi italiani, con le 55mila aziende guidate dagli under 35 che hanno una superficie superiore di oltre il 54% alla media, un fatturato più elevato del 75% della media e il 50% di occupati per azienda in più».

Un fenomeno virtuoso che, però, rischia ora di essere messo all’angolo dall’esplosione dei costi alimentata dalla guerra, spiega Coldiretti: «I giovani agricoltori sono costretti ad affrontare rincari dei prezzi fino al 50% per il gasolio necessario per le attività che comprendono l’estirpatura, la rullatura, la semina e la concimazione. Inoltre l’impennata del costo del gas e la scelta di Putin di imporre il divieto all’esportazione di nitrato di ammonio, prodotto fondamentale per la concimazione del grano, ha fatto schizzare verso l’alto i prezzi dei fertilizzanti, con rincari fino al 170%».

«Non sono stati risparmiati nemmeno gli altri costi di produzione – continua la Coldiretti – come quello per gli imballaggi, dalla plastica per i vasetti dei fiori all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi. Con il paradosso che molto spesso costano di più gli imballaggi del cibo che contengono. Per non parlare dell’emergenza siccità che costringerà quest’anno ad aumentare il ricorso all’irrigazione con i costi energetici alle stelle».

Tante le storie di ragazzi che incontrano difficoltà sempre crescenti nella propria attività: prima tra tutte Silvia Girotto, la coltivatrice di fiori di Anguillara Veneta (PD) che ha preparato gli allestimenti dell’evento con piante coltivate da lei, nonostante le sue serre siano spente a causa del caro dei carburanti. Come lei anche Matteo Bovo, titolare di un vivaio a Rovigo, che però in pochi mesi è stato colpito da aumenti record su tutti i fronti: dal gasolio per le serre ai consumi, dai materiali per il confezionamento dei vasi alla copertura delle coltivazioni, dai terricci ai trasporti. Questi solo due dei numerosi casi di giovani imprenditori agricoli in ginocchio a causa delle conseguenze della guerra, in Veneto e in Italia.

«Occorre sostenere il fenomeno del ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo» afferma la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati, nel sottolineare la necessità di «superare le tensioni internazionali, ristabilire la pace e investire su un settore strategico per far ripartire l’Italia e l’Europa grazie anche a una nuova generazione di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità».

Ti potrebbe interessare