Brain Awareness Week, torna l'approfondimento sul cervello targato Unipd

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Dall’Alzheimer a internet, dal Parkinson allo stress da violenza domestica, dai baffi del topo all’impronta digitale del cervello. Mercoledì 16 e giovedì 17 marzo sempre dalle ore 15.30 in Aula Nievo del Palazzo del Bo, via VIII febbraio 2 a Padova, torna il consueto appuntamento con gli incontri della Brain Awareness Week, la settimana internazionale di divulgazione delle neuroscienze, giunta quest’anno alla 13° edizione.

Gli interventi, che saranno tenuti da giovani ricercatori dell’Università di Padova appartenenti a cinque diversi dipartimenti accomunati però dallo studio del cervello, ci guideranno nell’affascinante mondo dei neuroni, nelle loro interazioni sino ai processi cognitivi alla base del nostro pensiero. Vediamo nel dettaglio il contenuto degli interventi.

I ricercatori UniPd protagonisti della Brain Awareness Week

Lorenzo Pini illustra come i concetti di connettività cerebrale e di network cerebrali sono aspetti emergenti nelle neuroscienze cliniche, specie nelle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, e sembrano essere legate alla gravità della malattia. Possiamo ripristinare le connessioni dei circuiti colpiti nei pazienti?

Simone Gastaldon spiega come il nostro cervello tende ad anticipare le informazioni per facilitare l’elaborazione degli stimoli in entrata: mentre ascoltiamo il nostro interlocutore, “parliamo mentalmente” per anticipare le sue possibili parole.

Zaira Romeo si concentra sui due emisferi cerebrali: quello sinistro che svolge un ruolo chiave nella produzione e comprensione del linguaggio, mentre il destro è specializzato nell’elaborazione visuo-spaziale. Cosa accade quando le asimmetrie emisferiche non vengono rispettate?

Anna Masato analizza il ruolo della mancata regolazione del riciclo delle proteine nel cervello come tratto distintivo delle malattie neurodegenerative. Nei pazienti con la malattia di Parkinson si osserva un aumento della proteina alfa- sinucleina, che porta progressivamente alla morte dei neuroni che controllano il movimento.

Jacopo Agrimi affronta il tema della violenza domestica, o intimate partner violence, e della devastante forma di stress prolungato che induce importanti alterazioni cognitive, comportamentali, dell’umore e, potenzialmente, cardiovascolari.

Stefano Varani parla della capacità nei topi di percepire l’ambiente circostante in maniera tattile tramite l’utilizzo dei baffi riuscendo a riconoscere forma e dimensione degli oggetti, quali. Questi animali hanno sviluppato aree altamente organizzate dedicate esclusivamente a questa funzione: tutto ciò può migliorare la nostra conoscenza sulla rappresentazione degli stimoli esterni e anche come questa possa essere alterata?

Tania Moretta ci fa capire che per alcune persone l’uso di Internet può diventare eccessivo e ciò può comportare l’insorgenza di comportamenti problematici con conseguenze avverse sulla vita dell’individuo, ma questi utilizzi costituiscono forme di dipendenza comportamentale, paragonabili al disturbo da uso di sostanza, con alterazioni simili dell’attività neurale e cardiovascolare e dei processi affettivi/cognitivi?

Ramona Cardillo discute sui casi di bambini e ragazzi con disturbi del neuro-sviluppo che hanno difficoltà ad utilizzare il linguaggio in modo efficace per interagire con le altre persone: cos’è che rende “inefficace” la loro comunicazione?

Giulio Menti descrive come gli animali integrino gli stimoli esterni per muoversi nell’ambiente, dal punto di vista sia comportamentale che dell’attività cerebrale. Gli invertebrati sono studiati per le loro abilità di tornare con precisione al punto di partenza mentre i vertebrati vengono studiati per le loro abilità di orientarsi e individuare una destinazione precisa durante la migrazione: può essere utile a tutti noi per fronteggiare i disturbi che impattano su questi processi?

Arianna Menardi evidenzia l’unicità di ogni individuo e della sua struttura cerebrale. Questa “impronta digitale” del cervello è associata alle nostre capacità cognitive e mostra un certo grado di ereditabilità. Per mezzo di modelli matematici, è possibile raffigurare la struttura cerebrale come un network complesso: si possono personalizzare le tecniche di stimolazione cerebrale non-invasiva per sviluppare trattamenti individualizzati?

Come partecipare

L’iniziativa – dedicata a Mauro Marchetti, ricercatore del Dipartimento di Psicologia generale scomparso nel 2014 – è organizzata dai Dipartimenti di Neuroscienze, Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, Psicologia Generale, Scienze Biomediche, Biologia, Padova Neuroscience e coordinata scientificamente dai docenti Christian Agrillo, Ettore Ambrosini, Simone Cutini, Paola Pizzo, Antonino Vallesi e Mauro Agostino Zordan. Le due giornate vedranno la presenza di Fabio Zwirner, Prorettore alla Ricerca dell’Università di Padova, e dei direttori di dipartimento Francesca Pazzaglia, Raffaele De Caro, Luigi Bubacco, e Alessandra Simonelli.

L’ingresso è libero su prenotazione a questo link fino ad esaurimento posti.

Photo by Robina Weermeijer on Unsplash

Ti potrebbe interessare