Allarme siccità: riprende la semina del mais, ma c'è l'incognita germinazione

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Riprendono le semine di mais in Veneto, nonostante l’incognita della germinazione causata dal perdurare della siccità. Secondo Coldiretti, è necessario derogare la coltivazione delle zone agricole lasciate “a riposo”. Nella regione non piove da tre mesi, e si spera nel meteo che prevede, mercoledì 30 marzo, l’arrivo di una perturbazione che dovrebbe finalmente portare con sé le precipitazioni.

La siccità, che si somma al caro bolletta, intanto rappresenta «un’incognita che pesa sui bilanci aziendali – spiega Coldiretti – visto che il costo di un ettaro coltivato a granoturco è aumentato del 60-70%, a causa dei prezzi di gasolio, concimi e mezzi tecnici. Clima e crisi energetica influiscono sulle scelte agronomiche da intraprendere anche alla luce delle recenti disposizioni Ue che liberano circa 200mila ettari dalla messa a riposo». Per l’associazione dei coltivatori «il sistema veneto è virtuoso, il basso numero di ettari lasciati a riposo evidenzia una cultura produttiva votata all’ecosostenibilita. Scegliere di coltivare appezzamenti con pratiche green significa rispettare terreno e applicare buone prassi agronomiche senza ricorrere alle superfici incolte ma optando per la produzione alimentare».

Questo è quanto sostiene Coldiretti Veneto in merito alle disposizioni europee per incoraggiare la coltivazione anche delle superfici a riposo inserite nelle cosiddette aree ecologiche obbligatorie (5% delle superfici a seminativo). Il provvedimento non può che essere condiviso da Coldiretti visto che la maggioranza degli agricoltori veneti ha già optato per la possibilità, alternativa, di coltivazione dei colture azotofissatrici (soia) senza trattamenti fitosanitari.

«La ricaduta della deroga emergenziale dell’UE su tutto il territorio nazionale ha, quindi, diversi impatti nelle varie realtà regionali – aggiunge Coldiretti – e andrebbe accompagnata anche con la infrastrutturazione irrigua per rendere conveniente la coltivazione dei terreni, nonché con la valorizzazione degli effluenti zootecnici e di altri sistemi di fertilizzazione (sovesci) per l’aumento della sostanza organica dei suoli».

Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita all’Italia una produzione aggiuntiva stimata dalla Coldiretti in circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e di tenero per fare il pane. Coldiretti sottolinea poi come nel medio periodo si tratti di un quantitativo che può aumentare di almeno cinque volte con la messa a coltura di un milione di ettari lasciati incolti per la insufficiente redditività, per gli attacchi della fauna selvatica e a causa della siccità che andrebbe combattuta con investimenti strutturali per realizzare piccoli invasi che consentano di conservare e ridistribuire l’acqua.

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