Prosek, l'ira di Zaia: «Dall'Europa una cosa vergonosa»

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“L’Europa sta facendo nei nostri confronti una cosa vergognosa. Questo prosek non dovrebbe essere nemmeno oggetto di valutazione. Dobbiamo essere uniti e fare squadra con ogni mezzo legittimo per bloccarlo”. Lo dice Luca Zaia, il Presidente della Regione del Veneto, in relazione agli sviluppi della vicenda del vino croato.

“E’ un fatto di rispetto – prosegue il Governatore – un grave precedente che l’Europa crea nei nostri confronti, ma anche un precedente giuridico che non può essere trascurato. Non dobbiamo assolutamente accettare una decisione in questo senso dell’Europa e stiamo anche coordinando uno staff di legali”.

“Noi pensiamo che vengano meno due principi – prosegue il Presidente del Veneto – il primo è che abbiamo la riserva del nome prosecco dal 2009, concordata con l’Europa, che dà a noi l’esclusiva del nome, che siamo i territori dove lo si produce; il secondo, non meno significativo, è che dal 2019 addirittura un Sito Patrimonio dell’Umanità Unesco porta il nome di Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Non si possono disattendere due grandi decisioni come queste lasciando spazio all’avanzata di un nome e di un vino che tra l’altro non ha nulla a che fare con il prosecco dal punto di vista delle sue caratteristiche”.

“Il prosek non c’entra niente con il prosecco – conclude il Governatore – ma sicuramente sui mercati rappresenterebbe un grave elemento di confusione. Al proposito, ci riserviamo di presentare ulteriore documentazione”.

La protesta di Coldiretti

Restano 45 giorni per bloccare la domanda di riconoscimento del prosek croato e tutelare il vero prosecco che con una crescita delle esportazioni del 35% nei primi sei mesi del 2021 è il vino italiano piu’ consumato al mondo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che si tratta di un precedente pericoloso che rischia di indebolire l’intero sistema di protezione giuridica dei marchi di tutela. Ci sono le premesse per vincere questa battaglia in Europa grazie – sottolinea la Coldiretti – alla recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati come la star delle bollicine italiane che quest’anno dovrebbe raggiungere il record di 700 milioni di bottiglie prodotte, la più grande denominazione al mondo. Da scongiurare – continua la Coldiretti – sono anche i recenti orientamenti di Bruxelles nei confronti dei prodotti base della dieta mediterranea come il vino con l’ipotesi di etichette allarmistiche per disincentivarne il consumo e lo stop anche ai sostegni alla promozione. Un danno incalcolabile – conclude la Coldiretti – per un prodotto come il vino che realizza ben oltre la metà del fatturato all’estero per un valore di 6,3 miliardi nel 2020, in aumento del 14% nel primo semestre di quest’anno.

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