Informazioni false, dati mal interpretati: Facta smonta la mail di Sara Collauto

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

L’Università di Padova riparte in presenza: lezioni ed esami si possono seguire e fare, basta avere il green pass. Per chi non lo vuole fare (vaccino o tampone entro 72 ore), le lezioni saranno anche in didattica a distanza. Ma per gli esami, regole valide per tutti: solo in presenza, solo con green pass. Ovviamente chi non può vaccinarsi, lo potrà fare a distanza. Il rettore Rosario Rizzuto e Daniela Mapelli, rettrice eletta (entrerà in carica il primo ottobre), stanno portando avanti da tempo una campagna pro-vaccino. Così hanno scritto a tutti gli studenti, invitandoli a vaccinarsi. E su una platea di più di 60mila persone, ci si poteva aspettare qualche risposta negativa.

Una su tutte – non troppe quelle arrivate – sta girando una parte del web, ovvero la galassia di siti no vax. Attribuita ad un ex studentessa, Sara Collauto, è lunga, articolata. Per questo forse è sembrata più mediatica. Il sito di fact checing Facta, però, ha messo nero su bianco quello che era apparso chiaro da subito a molte persone, soprattutto in ambito medico: la mail è piena di informazioni sbagliate, in molti casi veri e proprie fake news e non solo, in altri casi prova ad interpretare in segno opposto dati reali, che smentirebbero il ragionamento.

Per prima cosa, Collauto afferma che «sarebbe molto interessante far luce sull’effettiva validità di misure come lockdown, mascherine obbligatorie». L’efficacia dei lockdown e analoghe misure di contenimento sono state ampiamente investigate dalla comunità scientifica e pressoché tutti gli studi ne dimostrano la capacità di ridurre il contagio; ne avevamo parlato su Facta qui e qui. Allo stesso modo le mascherine sono considerate dalla comunità scientifica un utile accorgimento, anche se non risolutivo da solo, per ridurre la diffusione del virus Sars-CoV-2, come avevamo discusso qui e qui.

Collauto afferma anche che «interessante sarebbe anche capire il motivo per cui sono state vietate le autopsie sui morti per Covid a febbraio nel corso della prima ondata»: si tratta di una notizia falsa che risale a maggio 2020. Così come falso è anche che «sia stato impedito ai medici di curare i loro pazienti in scienza e coscienza»: come ci aveva confermato l’Agenzia italiana del farmaco, ai medici non è mai stato impedito di agire in «scienza e coscienza».

L’autrice della lettera chiede inoltre «perché, infine, tutte le possibili cure che sono emerse fin dall’inizio con buoni, e talvolta ottimi risultati, sono state boicottate nel nome di un approccio prudenziale»: ma le cosiddette cure domiciliari, come quelle basate su idrossiclorochina e ivermectina, in realtà non hanno dimostrato alcuna efficacia significativa, a differenza dei vaccini.

La lettera prosegue contestando l’affermazione del rettore Rizzuto secondo cui «la vaccinazione sta drasticamente riducendo l’impatto della malattia», mostrando che il numero di casi e decessi tra maggio e luglio 2021 è superiore a quello dell’analogo periodo del 2020, citando e confrontando ripetutamente numerosi i dati settimanali. I dati citati sono reali, ma sono citati fuori contesto e in realtà danno ragione a Rizzuto. Per esempio, cita la lettera pubblicata da ByoBlu, tra il 13 e il 26 luglio 2020 sono stati registrati 3.057 casi e 21 decessi, mentre tra il 12 e il 25 luglio 2021 48.498 casi e 40 decessi: in rapporto al numero dei casi, nel 2020 ci sono stati 8,3 volte più decessi per caso. Questo conferma quindi che effettivamente l’impatto della Covid-19 è stato ridotto rispetto al 2020. In qualsiasi caso, come spiegato dai colleghi di Pagella Politica, i confronti tra 202o e 2021 rischiano di avere poco senso vista la diversità del virus e della sua circolazione.

Leggi tutta l’analisi su Facta.

Ti potrebbe interessare