Lavoro nero: la finanza scopre 400 irregolari nei cantieri di Monfalcone e Marghera

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Ancora lavoro nero nelle imprese del nord est. Un’operazione della Guardia di finanza di Pordenone, coordinata dalla procura della città friulana, ha scoperto oltre 400 lavoratori irregolari che sarebbero stati impiegati nei cantieri navali di Monfalcone e di Marghera, oltre che in alcune aziende metalmeccaniche di consistenti dimensioni nelle provincie di Pordenone, Udine, Gorizia e Treviso. Il sistema, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini durate due anni, avrebbe sottratto alla tassazione redditi per 5,3 milioni di euro, con oltre 3 milioni di euro di contributi non versati.

Sette persone sono indagate nell’ambito dell’indagine, e 840 mila euro sono stati sequestrati, secondo quanto diffuso dagli inquirenti oggi 20 agosto. Somministrazione illecita di manodopera è il reato contestato alle aziende romene e ai loro rappresentanti, mentre la finanza sta verificando anche la posizione delle aziende italiane che hanno usufruito dei servizi delle imprese straniere. Pochi giorni dopo il caso Grafica Veneta, una nuova indagine sul caporalato in Veneto.

Come funzionava il sistema

Le imprese italiane si sarebbero servite di manodopera in subappalto, fornita da alcune piccole imprese che formalmente avevano sede in Romania e pagavano i dipendenti con contratti romeni, e relativi stipendi da poche centinaia di euro – molto bassi rispetto agli standard italiani. Gli operai, tutti romeni residenti in Italia, avrebbero in realtà percepito stipendi “italiani”, grazie a consistenti “fuori busta” pagati in contanti. Le indagini avrebbero dimostrato, grazie ad alcune rogatorie, l’inadempienza delle aziende anche verso lo stato romeno.

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