Agromafie, parte il monitoraggio delle infiltrazioni malavitose nelle aziende agricole venete

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Una collaborazione tra amministrazione pubblica, autorità competenti e l’Osservatorio nazionale sulla criminalità nell’agroalimentare presieduto dall’ex procuratore Giancarlo Caselli condurrà un monitoraggio sul fenomeno delle infiltrazioni malavitose sul territorio veneto, che porterà alla realizzazione del primo rapporto sulle agromafie in regione.

L’iniziativa – approvata dalla giunta regionale e sostenuta da Coldiretti – prevede la messa a punto di un Indice di permeabilità delle agromafie (IPCA) per misurare la potenziale vulnerabilità dei vari settori alle insidie del malaffare.

«Il percorso di formazione ed educazione ormai diventato pluriennale con la partecipazione di Unioncamere del Veneto non deve farci abbassare la guardia – commenta Daniele Salvagno, presidente regionale di Coldiretti – nelle situazioni di fragilità, crisi economica, gli episodi illegali trovano più diffusione. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di vigilare e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia».

«Protocolli, intese e patti a livello nazionale e veneto: tutte le azioni messe in campo – precisa Coldiretti – manifestano che le imprese agricole sono in prima linea per spezzare la catena dello sfruttamento, condizione alimentata spesso anche dalle pratiche sleali commerciali e dalle distorsioni lungo la filiera, dalla distribuzione all’industria fino alle campagne dove i prodotti agricoli pagati sottocosto pochi centesimi spingono le aziende oneste a mollare lasciando così la possibilità ad altri di inserirsi».

Il progetto proseguirà, con una seconda azione, anche nel 2022, attraverso dei focus su alcuni distretti di particolare rilevanza analizzando anche le conseguenze sul piano sociale, quale ad esempio il lavoro nero, nonché i danni e le insidie per i consumatori in termini di qualità e sicurezza dei prodotti agroalimentari.

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