Confindustria Vicenza, Dalla Vecchia: «Manca personale per far fronte al rimbalzo produttivo»

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L’appello di Laura Dalla Vecchia, presidente Confindustria Vicenza: «Manca personale per far fronte al rimbalzo produttivo e ai nuovi picchi di domanda. Non solo quello specializzato. Il rischio è che le stime positive di crescita del PIL debbano essere riviste al ribasso molto presto».

«È davvero un bel segnale che l’Europa preveda, per l’Italia, una crescita superiore alle aspettative e superiore anche alla media sia dell’Unione Europea che dell’Area Euro. Sono previsioni che rispecchiano anche i numeri, gli ordini e anche le sensazioni che raccogliamo nel territorio, nella stragrande maggioranza dei settori. Quello tsunami sociale che qualcuno, strumentalmente, preannunciava a partire dal 1° luglio con lo sblocco dei licenziamenti e un ritorno ad una situazione di normalità, alla prova dei fatti non c’è stato. Sicuramente non c’è stato a Vicenza, dove quelle situazioni di crisi aziendali esistenti, che comunque si contano sulle dita di una mano (ma non per questo vanno trascurate, ovviamente), hanno cause note, che non dipendono dal Covid e sicuramente non si risolvono con il congelamento della situazione.

Ma in questo territorio, tra i più industrializzati d’Italia e d’Europa e che rappresenta la rampa di lancio dell’export italiano nel mondo, il problema vero, grave e urgente è esattamente l’opposto: non troviamo più manodopera. Abbiamo un portafoglio ordini e una pianificazione della produzione che potrebbe superare addirittura le stime europee e portarci ad un rimbalzo ben oltre il +5%. Alcuni settori stanno crescendo in doppia cifra, alcune aziende anche attorno al 20%, arrivando tranquillamente a superare i numeri del 2019».

Dalla Vecchia: «Potenziale occupazionale rischia di rimanere inespresso»

«Il problema è che, a fronte di questo picco, non abbiamo abbastanza personale per poter coprire tutta la produzione richiesta. E non parlo solo delle figure super specializzate che mancavano anche prima della pandemia, come ad esempio l’ingegnere meccanico, l’informatico, il saldatore o l’operatore di macchine a controllo numerico. Ora mancano anche le figure non specializzate. Le stesse agenzie interinali ci dicono che non hanno mai visto così poche persone proporsi per un lavoro. È una situazione paradossale perché proprio due giorni fa l’Ocse ci segnalava un ritardo italiano molto forte sul fronte dell’occupazione giovanile. Al di là di ogni racconto catastrofico che serve a creare pathos nei talk show o a fare qualche titolo allarmistico, la realtà a cui stiamo facendo fronte è questa: a Vicenza si assume, c’è tanto da fare ma non c’è abbastanza personale. E questa situazione è trasversale e si verifica a prescindere dal tipo di figura ricercata e anche dal contratto proposto».

«Sarebbe bello che il Ministro del Lavoro e quello dello Sviluppo Economico potessero venire qui a toccare con mano la situazione, a vedere il potenziale occupazionale di questo territorio che però, ad oggi, rischia di rimanere inespresso, a danno di tutti. Venissero a confrontarsi, apertamente e senza preconcetti, con le imprese che rinunciano ad accettare certi ordini per evitare di trovarsi nella condizione di non riuscire a rispettare gli impegni presi con il cliente. Ora la carenza è davvero grave, se continua così il +5% previsto dell’Europa rischia di dover essere rivisto al ribasso nell’arco di un trimestre. Lo ribadisco: qui c’è spazio per lavorare e realizzarsi in aziende dallo standing europeo, moderne e ben attrezzate, con prospettive di carriera a tutti i livelli».

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