Vicenza, al via i lavori sul torrente Orolo per proteggere dal rischio idraulico la città

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Sono ufficialmente partiti nei giorni scorsi i lavori per la realizzazione del bacino di laminazione delle piene del torrente Orolo, nei Comuni di Costabissara e Isola Vicentina (VI). Un importante lavoro che la Regione ha deciso di mettere in campo per la mitigazione del rischio idraulico, in particolare a protezione della città di Vicenza.

«Stiamo parlando di un intervento per il quale abbiamo impegnato 11 milioni di euro – spiega l’assessore al Dissesto Idrogeologico, Gianpaolo Bottacin – che prevede un volume massimo invasabile di un milione di metri cubi, all’interno di una superficie di bacino di 22 ettari».

Il bacino in realizzazione

Il dettaglio dell’opera da 11 milioni di euro

L’opera sarà composta da:
– una cassa di espansione, perimetrata da arginature, con derivazione in sinistra idrografica del torrente Orolo;
– un manufatto di restringimento per la limitazione delle portate transitanti in alveo, realizzato mediante quinte di restringimento;
– un manufatto di alimentazione a soglia fissa con parte regolabile presidiata da paratoie; un manufatto di restituzione di emergenza;
– un manufatto di scarico del bacino di laminazione;
– la realizzazione di arginature per il contenimento dei massimi livelli raggiunti nel bacino in casi di piena.

«Continuiamo ad intervenire per la messa in sicurezza del territorio – prosegue l’Assessore – anche attraverso queste importantissime opere che, laddove già in funzione, hanno dimostrato tutta la loro utilità. Basti pensare che, lo scorso dicembre, il Veneto si era trovato di fronte a un evento secondo solo a Vaia per quanto riguarda le precipitazioni piovose. Precipitazioni che quindi erano superiori anche a quelle registrate nell’alluvione del 1966, che provocò oltre cento morti, e del 2010, quando si registrarono trentadue rotture arginali con mezza regione allagata».

Tutte le aree interessate dal nuovo bacino sono già state espropriate e nella disponibilità della Regione. Ora, i cantieri saranno avviati a pieno regime e si conta che l’opera possa essere operativa per la primavera del 2023. «Nel nostro procedere – conclude Bottacin – teniamo conto di tutti gli aspetti importanti anche collaterali alla costruzione delle opere ma senza dimenticare mai che la vita delle persone e la sicurezza del territorio vengono prima di qualsiasi altro aspetto».

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