Sicurezza, la chiave per il rispetto di ambiente e persone

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Quando si ha a che fare con prodotti chimici la sicurezza gioca un ruolo di primissimo piano, sia nella fase produttiva che nell’utilizzo e poi dispersione dei prodotti nell’ambiente. Proprio perché un prodotto chimico non è “inerte”, ma per sua natura reagisce con ciò con cui entra in contatto, lo studio dei suoi fattori di rischio è un’importante responsabilità di chi lo produce. E infatti, la sicurezza occupa un notevole spazio nel report di sostenibilità 2020 di Vebi Istituto Biochimico, che si occupa sia di cosmesi che di prodotti per l’igiene domestico e la protezione di piante e animali dagli infestanti. Sicurezza che – riconosce e sottolinea l’azienda – si fonda in modo particolare su un’azione di ricerca e sviluppo volta a migliorare costantemente l’efficacia, la specificità e la sicurezza dei prodotti. Uno degli obiettivi principali del reparto R&D è proprio questo: studiare nuove soluzioni per creare reagenti rispettosi della salute umana e con un basso impatto ambientale, che siano in grado di prendere di mira dei target sempre più specifici. In questo senso Vebi punta molto sulla “creatività” dei propri ricercatori, dando loro quanti più spazi, strumenti e risorse possibile per portare avanti gli studi, spesso collaborando con aziende e università – per esempio quelle di Padova, Venezia, Milano, Bologna.

Filiera tracciata e comunicazione trasparente

Nello sviluppare biocidi e prodotti per il controllo degli infestanti, ridurre al minimo i rischi per la salute umana e per l’ambiente è fondamentale. Per un’azienda che produce prodotti sia a scopo industriale che “privato”, questo significa assicurare massima sicurezza sia che il cliente sia un tecnico specializzato, sia che si tratti di una qualsiasi persona che vuole prendersi cura del suo giardino. Il processo produttivo dei composti Vebi coinvolge sostanze, additivi e solventi, di sintesi chimica e di origine naturale. Le normative sulla sicurezza da rispettare sono, com’è normale che sia, parecchie, e questo costituisce il primo punto di riferimento per garantire la sicurezza dei prodotti, sia nella lavorazione interna che nell’uso esterno. Esiste un sistema di gestione qualità e ambiente che certifica i processi di lavorazione, garantendo la rimozione di ogni prodotto non conforme agli standard. La filiera produttiva, inoltre, è tracciata in ogni suo minimo passaggio: il tracciamento serve a redigere le schede di sicurezza per ogni singolo prodotto, che vengono messe a disposizione dell’utente finale. « La trasparenza nella comunicazione al cliente per noi è un valore imprescindibile», spiega Elisa Trevisan, responsabile marketing di Vebi. E questo vale anche per le etichette dei vari prodotti, in conformità con le norme europee. Qui si trovano indicazioni sull’utilizzo dei prodotti e anche sullo smaltimento e la dispersione nell’ambiente (del prodotto stesso ma anche del packaging in plastica). 

Cosmetici sicuri: la linea Vebix

La linea cosmetica di Vebi segue tutte queste indicazioni in modo ancora più specifico. I prodotti “Vebix” – il nome del marchio beauty & health di Vebi – sono composti da principi attivi ed emulsionanti, che vengono studiati in azienda. La produzione di questa linea viene realizzata esternamente, sotto uno stretto controllo dell’azienda per il rispetto degli standard di sicurezza. Anche in questo caso, oltre a una buona efficacia del prodotto, si cerca di garantire un basso impatto ambientale dopo il suo smaltimento. «Cerchiamo formule di prodotto ad alto tassi di ingredienti naturali, per Vebi rappresentano un valore distintivo», dice Patrizia Tieghi, product manager della linea cosmetica.

Una nuova vocazione biologica

Una vocazione al naturale che è sempre più importante anche nei prodotti destinati al giardino di casa. L’utilizzo di materie prime di origine naturale intercetta una domanda crescente di prodotti a impatto limitato, che rispettino l’equilibrio naturale dei piccoli ecosistemi in cui vengono utilizzati. Prodotti che possono quindi essere utilizzati anche nell’agricoltura biologica. «Si riscoprono antichi rimedi – spiega l’azienda – ugualmente efficaci, magari un po’ meno veloci, ma nell’economia generale di utilizzo rappresentano una nicchia di mercato che potrà solo crescere».

Ti potrebbe interessare