Il sostenibile valore del capitale umano: come e perché Vebi investe sulle persone

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Un’impresa che voglia definirsi sostenibile non può prescindere dal considerare l’impatto delle sue azioni sulle persone, oltre che sull’ambiente, a partire da quelle al suo interno, che compongono l’impresa stessa. Lo ha ben presente Vebi Istituto Biochimico, azienda di Borgoricco attiva nel settore della cosmesi e nella produzione industriale di soluzioni per la cura e protezione della casa, orto e giardino. Uno dei pilastri dell’impegno di Vebi per raggiungere i suoi obiettivi di sostenibilità – individuati in un report stilato per la prima volta nel 2020 – è infatti la valorizzazione del capitale umano.

Un impegno che è tutt’altro che fine a se stesso: dalla cura e dall’attenzione al clima aziendale passa anche un miglioramento complessivo delle performance dell’impresa. Insomma, benessere equivale a produttività. Un valore, quello rappresentato dalle risorse umane, che è quindi triplice: valore inteso in senso etico, ovvero la scelta di avere a cuore il benessere dei dipendenti; valore quindi che viene attribuito ai dipendenti, che sentono di contare; e infine il valore economico concreto che è il risultato ultimo (ma non necessariamente l’unica motivazione di fondo) di questo impegno.

Una delle misure principali messe in atto da Vebi per favorire un clima aziendale positivo sono le attività di team building, ovvero attività di gruppo extra-lavorative pensate per creare momenti di incontro tra uffici diversi, aumentando la collaborazione e la fiducia reciproca, e stimolando un senso di appartenenza all’azienda. «Uno dei team building più riusciti è stato dedicato all’orienteering, nell’altopiano del Cansiglio, nell’estate 2019 – spiega l’azienda nel suo report di sostenibilità. «Dal 2014 a oggi ne sono stati organizzati solitamente due all’anno, ad eccezione del 2020, a causa della pandemia».

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Formazione per accrescere le competenze

In Vebi lavorano 81 persone – 33 donne e 48 uomini, 34 operai e 47 impiegati. La riorganizzazione dell’area produttiva e di ricerca e sviluppo che ha interessato l’azienda tra il 2018 e il 2020 ha comportato un investimento in capitale umano importante, con 11 assunzioni di professionalità qualificate. Sempre in un’ottica di benessere aziendale, la riorganizzazione ha implicato anche una ridefinizione delle aree strutturali di competenza. Anche per questo, l’ultimo triennio ha visto un aumento considerevole delle ore di formazione specialistica – 388 nel 2018, 932 nel 2019, 1.341 nel 2020, in buona parte inerenti all’ambito salute e sicurezza. Su quel fronte, fa sapere l’azienda, «l’aumento è dovuto all’introduzione di un secondo turno lavorativo. Inoltre, l’evoluzione tecnologica degli impianti e la riprogettazione del comparto logistico hanno richiesto agli operatori una formazione specifica sulla conduzione degli impianti e sulla digitalizzazione delle modalità operative. Diverse ore sono state dedicate anche all’ambito gestione aziendale, per l’ampliamento delle competenze sull’utilizzo dei sistemi, e della conoscenza di alcune normative e regolamenti». Queste attività hanno coinvolto maggiormente il personale operaio, ma uno degli obiettivi dell’azienda è «incrementare anche le competenze funzionali, tecniche e le soft skills dell’area white collar, grazie a un variegato programma di formazione».

Salute e sicurezza

Alla sicurezza vengono dedicate diverse ore di formazione ogni anno, e non potrebbe essere altrimenti: «Dal momento che Vebi è un’azienda chimica – prosegue il report – la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro rappresentano una sfida costante, a cui vengono destinate ingenti risorse». In particolare, data la specificità dei prodotti realizzati, l’obiettivo è minimizzare qualsiasi rischio derivato dal contatto con sostanze chimiche tossiche. Le procedure di sicurezza sono strette e all’avanguardia, e comprendono, oltre all’utilizzo dei dispositivi di sicurezza, anche una facile reperibilità, in ogni momento, di tutte le informazioni sulla sicurezza relative ai singoli prodotti che vengono trattati. «Crediamo fortemente nel valore della sicurezza a tutto tondo, e vogliamo condividerlo perché diventi atteggiamento proattivo nel lavoro di tutti i giorni», spiega Davide Montin, direttore delle Operations in Vebi. Una partecipazione capillare dei dipendenti nell’individuazione delle misure di sicurezza è uno degli obiettivi dell’azienda per il prossimo futuro, che le permetterà di ottenere la certificazione ISO 45001, in materia di salute e sicurezza.

Un lavoro sempre più smart

Anche la gestione delle politiche retributive in Vebi offre diversi spunti di interesse. La pandemia ha reso sempre più diffuse forme di lavoro smart che in quanto tali sono sempre più scandite e orientate dal raggiungimento degli obiettivi, più che da un rigido orario di lavoro. In questo senso l’azienda sta facendo strada a una politica retributiva più basata sul merito. Per Vebi «si tratta di un cambio di passo importante, vista anche la giovane età media dei dipendenti, molto più sensibili a questo tipo di approccio, che rappresenta un obiettivo importante da implementare nel breve termine». Un cambiamento che l’azienda auspica possa «anche avere ricadute positive sulla capacità di attrarre e trattenere talenti, con un evidente effetto positivo sul lungo periodo».

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