Abb Marostica, l'azienda non incontra i sindacati: sciopero generale a oltranza

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Abb di Marostica, indetto dalle organizzazioni sindacali uno sciopero generale ad oltranza in seguito al mancato accordo tra le parti, dopo che la multinazionale aveva comunicato la chiusura del polo industriale. A seguito dell’incontro in sede del Ministero dello Sviluppo Economico, tenutosi giovedì 24 giugno, nel quale le organizzazioni sindacali hanno ulteriormente constatato che Abb non ha intenzione si trattare con nuovi potenziali acquirenti, si sarebbe dovuto tenere nei prossimi giorni un ulteriore incontro in sede Regionale su invito del Mise stesso al fine di trovare un accordo.

La multinazionale svizzero-svedese, però, tramite il suo responsabile alle relazioni istituzionali, Federico Valtolina ha fatto sapere che non si sarebbe presentata l’azienda, adducendo giustificazioni ritenute insufficienti dagli organi sindacali.

La rabbia dei sindacati: «Rifiuto inaccettabile»

I sindacati, dopo questo rifiuto a partecipare ad un tavolo istituzionale per ragionare su eventuali soluzioni future, hanno manifestato il proprio disappunto comunicando il una nota la decisione di proclamare uno sciopero ad oltranza, accompagnato da una serie di iniziative che saranno comunicate in seguito.

Le organizzazioni sindacali hanno inoltre aggiunto che «Si ritiene inaccettabile che una multinazionale possa permettersi di rifiutare incontri in quelle stesse sedi a cui si rivolge, si immagina non con la stessa arroganza, per ottenere finanziamenti pubblici. Si ritiene inaccettabile un atteggiamento volto a guardare al profitto dimenticando completamente i propri lavoratori i quali secondo lo stesso Valtolina hanno la cassa integrazione straordinaria come se è sufficiente ad assicurarsi un futuro e come se questa non fosse un ulteriore costo a carico della collettività».

I rappresentanti dei lavoratori di Abb Marostica, inoltre, hanno organizzato un presidio che si terrà davanti all’azienda il 29-06-2021 alle ore 19:30 con la seguente motivazione: «I lavoratori non sono numeri, la cassa integrazione non è la soluzione, serve stabilità e salvaguardia del reddito».

 

Ti potrebbe interessare