Fotovoltaico nel Polesine, l'appello della Coldiretti: «Utilizzare aree dismesse, non i campi»

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Fotovoltaico nel Polesine: l’appello di Coldiretti Veneto: «I pannelli solari posti sul 20% dei capannoni dismessi e sul 20% di aree non agricole aumenterebbero di 5 volte l’attuale produzione di energia da fotovoltaico a terra. Subito una legge per fermare progetti come quello di Loreo».

La richiesta fa eco alla protesta degli abitanti di Loreo che il giorno di Pasquetta si erano riuniti per un pic nic nei campi destinati alla costruzione dell’impianto fotovoltaico. Il progetto contestato riguarda l’installazione di un impianto che consumerà oltre 50 ettari di coltivazioni, pari alla superficie di 75 campi di calcio, a ridosso di una delle aree di maggior pregio del Veneto nei pressi del Parco del Delta del Po.

Fotovoltaico nel Polesine. Coldiretti Veneto: «Regione, fermare subito il progetto»

La domanda al centro della questione: è possibile raggiungere l’obiettivo sulla produzione di energia da fonti rinnovabili senza utilizzare i terreni agricoli? La risposta di Coldiretti Veneto è affermativa. Lo dimostrano i numeri che, più di altri, attestano come sia assolutamente necessario accelerare sul Progetto di Legge numero 41 in discussione in Consiglio regionale, bloccando il consumo del suolo agricolo e investendo invece sui tetti, sulle aree compromesse e sulle strutture dismesse, sulle cave in disuso, senza dimenticare l’importante superficie destinata ad attività produttiva e non utilizzate.

«Se si mettessero i pannelli fotovoltaici sul 20% dei tetti e delle aree di pertinenza degli 11mila capannoni non utilizzati e si coprisse il 20% dei  circa 10 mila ettari di aree a destinazione urbanistica non agricola, si produrrebbe una quantità di energia da fonti rinnovabili superiore di 5 volte rispetto a quella che si fa oggi con gli impianti presenti su suolo agricolo. E allora – si chiede Coldiretti Veneto – perché continuare a sacrificare campi coltivati quando ci sono soluzioni alternative? »

«Tutto ciò senza contare il potenziale energetico che potrebbe svilupparsi con l’utilizzo delle cave dismesse – continua Coldiretti Veneto – che solo nel bacino del Piave ammontano a circa 500 ettari! Sarebbe interessante stimare anche quanta energia deriverebbe dalla copertura dei tetti degli edifici pubblici.  E’ quindi indispensabile – conclude Coldiretti Veneto –  procedere con l’approvazione del Pdl 41 che individua i siti inidonei ad ospitare impianti come quelli di Loreo o come quello che è stato presentato a Rovigo».

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