Aree interne, comunità ed esperienze generative al centro del nuovo bando New Fabric di Pacini Editore

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Al via il bando «Un paese ci vuole. Le aree interne e i progetti di comunità» promosso dalla collana editoriale New Fabric di Pacini Editore, confluito per l’occasione in un collettivo composto anche da alcuni e alcune partecipanti alle prime due edizioni.

La call è rivolta a esperienze generative che si ritiene opportuno far circolare nel dibattito nazionale sulle politiche del cambiamento e dello sviluppo dei territori che siano fondate su fiducia e relazioni collaborative, quindi anche indipendenti dall’essere lavori accademici. Il testo della call con le condizioni di partecipazione è disponibile al sito della Pacini. Tutti gli interessati e tutte le interessate (persone singole, associazioni, cooperative, consorzi, fondazioni, enti pubblici, enti di ricerca) possono inviare una proposta di 3.000 battute (spazi inclusi) entro il 20/04/2021 all’indirizzo newfabric@pacinieditore.it.

Nuovo bando New Fabric Pacini Editore: i dettagli

«Un paese ci vuole. Le aree interne e i progetti di comunità» ricerca sul territorio nazionale racconti di esperienze, sperimentazioni, processi e pratiche di coinvolgimento delle comunità delle aree interne mediante il lavoro sugli spazi e sui legami di relazione che rigenerano borghi e territori lontani dai grandi centri urbani, ma nei quali si sperimentano nuovi modi di stare assieme e di vivere il territorio.

Le aree interne italiane sono accomunate da fattori ricorrenti: assenza di servizi primari come scuole ed ospedali, rete internet inadeguata, scarse opportunità lavorative, invecchiamento della popolazione, spopolamento e abbandono. Territori che
pagano il prezzo di una distanza geografica dai centri su cui negli ultimi decenni si sono concentrati i maggiori investimenti, aggravata dall’assenza di infrastrutture di collegamento.

È la crisi delle grandi città ad interrompere questo maleficio: le condizioni lavorative prima e abitative poi, sempre più critiche, riportano l’attenzione sulla necessità di una qualità olistica della vita. Si consolida l’idea di “salute” intesa non solo come servizio (presenza di ospedali e presidi) ma come sommatoria di elementi complementari: paesaggio, qualità dell’aria, sostenibilità e bontà del cibo, vicinanza degli affetti stretti, ecc.

La call cerca racconti di esperienze in corso che, sotto la spinta della pubblicazione, possano entrare in contatto e diventare punto di partenza per la crescita e la diffusione di modelli simili, grazie anche alle possibili contaminazioni e agli scambi che potranno nascere e rafforzarsi. L’auspicio di questo racconto collettivo, naturalmente, è anche quello di generare un possibile impatto pubblico, che faciliti il lavoro virtuoso dei soggetti coinvolti sui sistemi territoriali e sociali di riferimento.

Ai contributi si chiede di analizzare o di raccontare il proprio progetto o il processo innescato, che ha interessato in particolare un’area interna (nel senso sopra espresso), le azioni intraprese, i risultati ottenuti (o che si vogliono ottenere), i soggetti coinvolti e come questi sono stati motivati alla partecipazione, il valore pubblico riconosciuto a quella particolare esperienza e, infine, di mettere in evidenza quali dispositivi nelle aree interne stanno facendo la differenza.

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