Padova, la quarta linea dell'inceneritore San Lazzaro divide la maggioranza

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Padova, progetto quarta linea dell’inceneritore San Lazzaro: potrebbe essere pronta a settembre del 2025 la quarta linea dell’inceneritore di San Lazzaro, quella che sostituirebbe le vecchie linee 1 e 2, destinate a essere smantellate. A patto che il progetto venga approvato.

La maggioranza è divisa con Coalizione Civica pronta a dare battaglia in nome della tutela ambientale. Giordani prende tempo e chiarisce «la decisione finale spetta alla Regione».

Padova, la quarta linea dell’inceneritore San Lazzaro: il progetto

Il progetto, da 87 milioni di euro, è stato presentato ieri 4 gennaio dall’amministratore di Hestambiente Paolo Cecchin in una conferenza online aperta al pubblico. Oggi l’inceneritore attraverso le sue tre linee può conetenere 245 mila tonnellate di rifiuti l’anno. La linea 1 e 2 possono smaltire 150 tonnellate ciascuna quotidianamente, ma hanno rispettivamente 60 e 50 anni di vita e a causa dell’età avanzata non danno sufficienti garanzie.

Questo motivo, stando alle parole di Cecchin, ha spinto la commissione regionale all’ambiente a suggerire a Hera l’ammodernamento dell’impianto. La richiesta fugherebbe ogni dubbio sul progetto, a prescindere dalla scadenza del piano regionale sui rifiuti.

La nuova linea dovrebbe garantire emissioni di inquinanti ridotte rispetto a oggi e una maggior produzione di energia elettrica (il 67% in più), portando il totale a 176 mila MW all’anno e avrebbe dei benefici sia in termini energenitici, in quanto l’impianto sarebbe predisposto al recupero dell’energia termica, sia per la capacità di smaltire anche i liquidi da discarica, argomento da sempe caldo in materia di smaltimento rifiuti.

Ma il punto centrale della questione è: a cosa serve rendere più potente un impianto che già oggi è sovradimensionato rispetto alle esigenze di Padova e che rischia di esserlo sempre di più visto l’importanza della differenziata nel piano regionale? Il sospetto è che un inceneritore spinto al massimo, cioè a 245 mila tonnellate, non possa far altro che attirare altri rifiuti da bruciare.

La maggioranza è divisa, l’impatto ambientale scuote la politica

«Non sarà una discussione semplice e non intendo condurla in maniera semplicistica. Se da un lato l’alternativa all’inceneritore è la discarica, dall’altro la nostra città punta sulla differenziata e vuole essere parte di un sistema regionale virtuoso» così al termine dell’assemblea si è espresso il sindaco Giordani, ma la maggioranza è già divisa: il Pd chiede certezze sullo smantellamento delle linee 1 e 2, mentre Coalizione Civica è totalmente contraria e continua a chiedere un’implementazione della differenziata piuttosto che un nuovo impianto di smaltimento.

«La chiusura delle linee 1 e 2 è il minimo che ci si aspetta, visto che è annunciata da dieci anni. La quarta linea non serve perché la città viaggia verso un’ulteriore riduzione dei rifiuti e verso il superamento dell’esigenza di incenerimento. E il piano regionale sui rifiuti è centrale perché speriamo che vada in una direzione veramente ecologica» hanno commentato i civici.

La questione rimane complessa, di fronte al progetto deve essere considerata primaria la salute dei cittadini e l’impatto che questo nuovo impianto avrebbe sulla città, per tanto ci si aspetta di conoscere con maggior chiarezza i dati dell’eventuale impatto ambientale della quarta linea prima di generare un giudizio definitivo.

La politica è divisa, il progetto ha diverse luci e ombre: in questo contesto incerto ora la palla passerà alla Regione chiamata a stabilire un nuovo piano rifiuti e a valutare l’utilità dell’impianto di San Lazzaro.

(foto dell’interno del termovalorizzatore dal sito Hera)

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