Padova, il «prezzo» del Covid: nel 2020 addio a 913 imprese

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Padova, il Covid ha colpito duramente le imprese patavine, più di quanto dicano effettivamente i dati: nonostante sulla carta sia solo l’uno per cento delle quasi 96 mila attività presenti sul territorio ad aver dovuto chiudere i battenti, osservando meglio il numero da un’altra prospettiva, si deduce che son ben 913 le aziende ad aver chiuso bottega, di cui un terzo negozi.

Aziende con alle spalle il destino di famiglie, dipendenti e imprenditori. Visto così il dato diventa drammatico. Questo dicono i dati di Unioncamere-Infocamere.

Padova, l’effetto Covid sulle imprese: il dettaglio

Cassa integrazione, risparmi, mutui: queste le modalità con cui gli imprenditori stanno cercando di non naufragare nella tempesta della pandemia, ma pur registrando un buon tasso di sopravvivenza, i danni ci sono e sono ingenti.

Nel 2020 è nato il 16 per cento in meno di imprese rispetto al 2019, un dato che sembra scontato. Ma è la curva delle chiusure che preoccupa molto di più. Ha chiuso l’1 per cento di 96mila imprese, -913 attività rispetto al 2019 di cui un terzo negozi, un quarto, piccole imprese. La preoccupazione maggiore è che questa situazione di crisi perduri anche nel 2021, con le fasce di rischio che alternano chiusure a ripartenze e viceversa.

A Padova nel corso del 2020 sono state 4.463 imprese, a fronte di 4.609 cancellazioni di attività al Registro delle imprese. In particolare, rispetto al 2019 le iscrizioni sono diminuite del -16,5% (pari a -883 in meno rispetto all’anno precedente). Parallelamente, le cessazioni hanno fatto segnare un calo del -4,8% (circa 230 cessazioni in meno rispetto al 2019).

A fine dicembre 2020, pertanto, lo stock complessivo delle imprese esistenti nella provincia patavina ammontava a 96.048 con una contrazione rispetto a dicembre 2019 di -913 unità (-0,9%), flessione comunque meno marcata rispetto a quanto avvenuto nello stesso periodo dell’anno precedente (-1.739 unità, -1,8%).

Per stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi pandemica si dovrà attendere, comunque, le risultanze del primo trimestre 2021. Tradizionalmente, infatti, molte comunicazioni di chiusura dell’attività arrivano al Registro delle Imprese negli ultimi giorni dell’anno e vengono statisticamente conteggiate nel nuovo.

Le perdite settore per settore

Il commercio ha registrato le maggiore perdite: nel 2020 ha perso 309 sedi, seguito da agricoltura e  pesca (-235), attività manifatturiere (-192), costruzioni(-134) e  attività dei servizi di alloggio e ristorazione, colpiti duramente dal lockdown, ma che al momento registra una contrazione di -77 sedi d’impresa, un dato meno pesante rispetto alle previsioni. Sono in leggera controtendenza positiva invece i settori delle attività professionali, scientifiche e tecniche con +134 sedi d’impresa, delle attività immobiliari e quelle finanziarie e assicurative che segnano +40 sedi.

 

Andrea Fasulo

 

LAVORI GRATIS IN CASA

Molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio. Sul fronte sgravi, vi diamo due buone notizie:

LEGGI: IL FUTURO NELLE MANI DELLE NANOTECNOLOGIE

Ti potrebbe interessare