Agricoltura biologica, boom in Veneto: +25% di ettari coltivati nel 2020

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Agricoltura biologica in grande crescita per il Veneto: gli ettari destinati a tali coltivazioni sono oltre 48mila (+25,4%). Le elaborazioni di Coldiretti sui dati del 2020 registrano migliaia di operatori che hanno scelto questo indirizzo agronomico per la propria attività agricola dal vitivinicolo all’ortofrutta, dalle grandi colture fino agli allevamenti.

Il via libera al ddl sul biologico è quindi un passo importante verso la tutela dei consumatori e delle produzioni Made in Italy  a detta di Coldiretti Veneto, alla guida tra l’altro della “Rete Bio Innovativa” che raggruppa una cinquantina di realtà tra soggetti privati, istituzionali impegnati in una filiera che prevede produzione, trasformazione, distribuzione dei prodotti compresi servizi e la ricerca applicata.

Grande crescita per l’agricoltura biologica veneta: gli obbiettivi

L’approvazione da parte della Commissione Agricoltura del Senato della proposta di legge che prevede, tra le altre misure, l’introduzione di un marchio per il bio italiano è una nuova sfida per il territorio regionale sempre più vocato alla sostenibilità ambientale.

Grazie a questo provvedimento tutti i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana potranno essere valorizzati sul mercato con l’indicazione “biologico italiano” e come tali protetti contro tutte le usurpazioni, imitazioni ed evocazioni.

Previsto anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti. Il ddl rivede inoltre anche il sistema delle sanzioni per renderle finalmente efficaci contro le frodi del settore e quello dei controlli per garantire la terzietà dei soggetti incaricati.

La situazione nazionale

L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2019 il 15,8% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) a livello nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%). A livello regionale in Calabria più 1 campo su 3 è bio (36,4%) mentre in Sicilia si sfiora il 26% del totale.

Una crescita alla quale fa però da contraltare l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, con un incremento complessivo del 13,1% delle quantità totali nel 2019 rispetto all’anno precedente, per un totale di ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’ Asia. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate.

Una vera e propria invasione che rende ancora più urgente dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy ma anche rafforzare i controlli sui cibi bio importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal che punta ad avere in futuro almeno 1 campo su 4 (25%) coltivato a bio in Italia.

 

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