Sostenibilità, dall’olio vegetale al gasolio, partnership rafforzata tra Hera e Eni

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Sostenibilità, si rafforza l’impegno per la promozione e l’applicazione concreta di un modello di economia circolare da parte del Gruppo Hera ed Eni, che nei giorni scorsi hanno rimodulato, e potenziato, l’accordo per trasformare l’olio vegetale esausto in olio vegetale idrotrattato (HVO), un biocomponente per il gasolio.

Aumentano i contenitori stradali a disposizione dei cittadini e aumentano le quantità di olio vegetale esausto di provenienza domestica raccolte dal gruppo padovano. Olio che la multiutility consegna poi a Eni affinché possa passare da rifiuto a materia prima seconda per la produzione di biocarburante.

Sostenibilità, Hera e Eni: metodo di riciclo dell’olio vegetale

Grazie a questo accordo, gli oli vegetali esausti di uso domestico  recuperati da Hera, vengono inviati, previa lavorazione, alla bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera, dove vengono convertiti nel biocarburante HVO, uno dei componenti per la produzione di Enidiesel+. Questo carburante premium “torna” poi come risorsa e diventa la fonte di alimentazione di diversi mezzi che Hera utilizza per la raccolta dei rifiuti urbani.

Ora un nuovo accordo: più raccolta, più biocarburante, meno emissioni. Sono 934 le tonnellate di oli vegetali esausti raccolti nel 2019 sul territorio emiliano-romagnolo servito da Hera, contro le circa 800 del 2018 e una proiezione per il 2020 che supera le 1.100 tonnellate (+18% vs 2019).

E, grazie al coinvolgimento nel perimetro del progetto anche delle società del Gruppo AcegasApsAmga e Marche Multiservizi, il target per il 2021 è di incrementare i quantitativi conferiti ad Eni di un ulteriore 40% circa, arrivando ad una raccolta di 1.500 tonnellate.

Il raggiungimento di questo obiettivo produrrà importanti e positive ricadute sul piano ambientale: in primo luogo, grazie alla raccolta dedicata, si evita che l’olio vegetale esausto finisca nelle acque di scarico, con la conseguente riduzione dell’inquinamento idrico e dei costi di depurazione delle acque.

In secondo luogo, attraverso l’accordo con Eni, quelle 1.500 tonnellate di oli vegetali esausti vengono trasformate in una nuova risorsa circolare evitando, almeno in parte, il ricorso al carburante di origine fossile, con una riduzione di emissioni in atmosfera di quasi 4.500 tonnellate di anidride carbonica.

I dati della raccolta in Italia e nel padovano

Ogni anno in Italia si producono circa 260mila tonnellate di oli vegetali esausti, la maggior parte delle quali, 166mila tonnellate, in ambito domestico.  Di questi ultimi, solo un quarto viene correttamente conferito. Tutto il resto viene disperso nell’ambiente oppure gettato negli scarichi.

Nel padovano sono presenti 55 contenitori stradali, che si aggiungono all’Ecoself di Abano Terme e alla raccolta presente alle 6 stazioni ecologiche a servizio dei residenti di Padova, Ponte San Nicolò e Saonara. Grazie alla diffusione di questi particolari cassonetti, i quantitativi di olio conferiti dai padovani sono passati dalle oltre 98 tonnellate del 2019 alle quasi 120 attese per la fine del 2020. Di queste, il 60% è stato raccolto proprio tramite i contenitori stradali.

 

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