Dipendenza da smartphone, adolescenti passano 2 mesi all’anno al telefono

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Dipendenza da smartphone: otto ragazzi su dieci tra gli 11 ed i 18 anni trascorrono 2 mesi l’anno sui social. Il dato emerge dalla ricerca condotta dall’Osservatorio scientifico della no profit “Social Warning-Movimento Etico Digitale” fondata dal vicentino Davide Dal Maso.

«L’unico antidoto alla dipendenza da smartphone è l’educazione digitale anche in classe» ha sottolineato il professore vicentino e per questo con la sua associazione ha lanciato #consapevolidigitali , campagna nazionale di sensibilizzazione contro la dipendenza da smartphone, che ha come obiettivo raccogliere fondi per raggiungere cento nuove scuole in tutta Italia.

Dipendenza da smartphone, i dati  dello studio e la campagna di sensibilizzazione

I dati della ricerca condotta dall’Osservatorio scientifico del Movimento Etico Digitale parlano chiaro: il 79% dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni trascorre più di 4 ore al giorno sui social, un tempo notevole che, sommato, equivale a due interi mesi in un anno.

Hanno tentato invano (il 52%) di ridurre il tempo on line e sono abbastanza consapevoli (il 33%) di fare un utilizzo eccessivo dello smartphone. Lo sbloccano in media 120 volte al giorno e lo usano, oltre che per essere connessi ai loro coetanei tramite i social, anche per vedere film o ascoltare musica fino a tarda notte. E guai ad interferire: un ragazzo su 2 dichiara che gli capita di scattare, rispondere male o alzare la voce se disturbato.

Dipendenza da smartphone, fenomeno amplificato dalla pandemia

I risultati preoccupanti dello studio sono una delle conseguenze della pandemia, che ha ulteriormente amplificato un fenomeno già in ascesa. Infatti, durante il lockdown dovuto all’emergenza COVID-19 per molti lo smartphone è diventato l’unico mezzo di comunicazione con il mondo esterno e, di conseguenza, l’uso dei dispositivi mobili è aumentato esponenzialmente durante i mesi trascorsi in isolamento.

“Sono tutti segnali che rimandano alla dipendenza dallo smartphone, detta anche nomofobia: sono talmente assorti mentre sono on line da percepire ogni interferenza esterna come intromissione indebita o attacco personale, hanno necessità di portare lo smartphone con sé ovunque si vada; hanno difficoltà a lavorare, concentrarsi, relazionarsi con gli altri a causa dell’uso continuativo dello smartphone che usano per sopperire a sensazioni di ansia e tristezza” ha commentato ancora  Dal Maso, primo docente in Italia ad aver portato l’educazione civica digitale in classe nell’Istituto Professionale in provincia di Vicenza in cui insegna da quattro anni, ed inserito nel 2019 da Forbes tra i primi cinque under 30 italiani più influenti nel settore Education.

 

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