Scuola in presenza per i figli di medici, infermieri e farmacisti

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Il ministero dell’Istruzione ha già chiesto ai vari istituti scolastici di fare “la conta”: l’obiettivo è garantire scuola in presenza per i figli di medici, infermieri e farmacisti. Una scelta che, ci permettiamo un giudizio, appare sacrosanta: si tratta delle categorie di lavoratori sanitari, quelli in prima linea quotidianamente per combattere il virus. Persone che, certo, non possono lavorare da casa in smart working. «Ai loro figli deve essere garantito il diritto allo studio», dice la nota di corredo al questionario ministeriale che dà il via alla raccolta di dati.

Scuola in presenza per i figli di medici, infermieri e farmacisti, tentativo di risposta allo stress sanitario

Al momento la didattica in presenza è garantita ai portatori di handicap, a ragazzi con particolari esigenze educative e per le attività laboratoriali. Ora si punta, in un lasso di tempo breve, a riportare a scuola (nei casi ovviamente dove e prevista la didattica a distanza, come le scuole superiori) i figli degli operatori sanitari. Scuola in presenza per i figli di medici, infermieri e farmacisti, quindi, come tentativo di risposta allo stress che stanno vivendo le strutture sanitarie in quasi tutte le regioni d’Italia. Anche in Veneto: se ieri, martedì 17 novembre, era arrivata la notizia del calo del numero di ricoverati causa Covid, anche se solo di tre unità, oggi mercoledì 18 novembre i dati raccontano una realtà amara. I ricoverati infatti sono saliti a quota 2192 (+101), in terapia intensiva 291 (+11), i morti arrivano a 3.019, altri 52 in 24 ore.

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Molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio, che è tornato a farsi sentire fortemente in questi giorni. Sul fronte sgravi, vi diamo due buone notizie:

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