Cinghiali, ora i cacciatori autorizzati dalla Regione possono mangiarli (senza passare dal macello)

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Novità nel mondo venatorio: da adesso anche i controllori (cacciatori autorizzati dalla Regione ad abbattere un certo numero di capi per attuare il contenimento della popolazione animale) possono gestire da soli le carcasse dei cinghiali, senza dover passare dai macelli autorizzati.

Un precisazione che arriva dalla direzione veterinaria del Veneto, che vuole agevolare e incentivare il lavoro dei controllori, mettendoli allo stesso piano dei cacciatori “tradizionali”. La differenza di trattamento aveva senso qualche anno fa, quando i numeri erano ben diversi. Nella nostra Regione il cinghiale è una specie altamente invasiva, che danneggia non solo le coltivazioni, ma anche piante e animali autoctoni: se ne contano oltre 50 mila esemplari. Numeri che vanno controllati.

L’assessore: «Valorizzare i cinghiali abbattuti»

«Solo nelle due unità gestionali della Lessinia e del Baldo – commenta l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Caccia -, dove sono autorizzati sia il prelievo venatorio sia quello selettivo di controllo, si calcola siano presenti complessivamente 9 mila cinghiali: lo scorso anno i cacciatori ne hanno abbattuti 1359 e ai controllori che operano in selezione è stato posto l’obiettivo di prelevarne altri 900. Sono i numeri stessi a rendere evidente l’opportunità da un lato di valorizzare i capi abbattuti con opportune iniziative di commercializzazione, e dall’altro di agevolare l’autoconsumo senza passare obbligatoriamente per i macelli. Ringrazio l’assessorato alla Sanità per la puntualità con cui ha recepito le linee guida ministeriali e la chiarezza delle indicazioni fornite ai direttori dei servizi Igiene e della Sanità animale delle Ulss venete».

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La sicurezza alimentare resta garantita – evidenzia la Direzione regionale veterinaria –. Le nuove disposizioni chiariscono che l’autoconsumo, indipendentemente dalle modalità di abbattimento, è possibile nella misura di un capo per ogni cacciatore operatore, e verrà sospeso qualora si verifichino situazioni di emergenza epidemica. Inoltre, le Ulss saranno coinvolte nella formazione dei cacciatori e dei selecontrollori nelle competenze relative a igiene delle carni e malattie degli animali, e si richiede il rispetto da parte di tutti gli operatori degli obblighi in materia di identificazione e tracciabilità delle carni, l’impegno a prevenire ogni forma di zoonosi, l’obbligo dell’analisi delle carni per la ricerca del parassita della trichinella, nonché il rispetto della normativa vigente in materia di smaltimento dei sottoprodotti.

Giacomo Porra

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