Bonus sanità Veneto, fino a 1.200 euro per gli operatori anti-Covid 19

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Bonus sanità Veneto: fino a 1200 euro per gli operatori sanitari e tecnici direttamente coinvolti nell’assistenza del paziente Covid-19, che vede coinvolti oltre 10.000 dipendenti del servizio sanitario del Veneto, fino a 600 euro per altri operatori impegnati in attività connesse all’emergenza anche attraverso attività di supporto. Questo è il bonus sanità Veneto stanziato dalla Regione con una delibera, per un totale di 61 milioni di euro messi in campo. Non solo: prevista anche l’estensione indennità malattie infettive di 5,16 euro per ogni giornata di effettivo servizio prestato, in tutti i reparti dedicati ai pazienti covid e nei servizi impegnati nell’emergenza,  4,13 euro per ogni giornata di effettivo servizio prestato nei reparti di terapia sub intensiva durante il periodo dell’emergenza e riconoscimento degli straordinari, il tutto pagato entro – possibilmente – con lo stipendio di giugno.

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Bonus sanità Veneto, premiati anche i dirigenti

Il personale della sanità veneta coinvolto direttamente o indirettamente nell’emergenza Covid-19 riceverà dalla Regione un riconoscimento economico per un totale di 60.932.640 euro, divisi in 38.232.540 euro per il personale del comparto e in 7.581.478 euro per la dirigenza medica. La somma del bonus sanità Veneto è stata reperita per circa 26 milioni dal bilancio della Regione, per circa 20 milioni dal decreto legge Cura Italia del 26 marzo, per circa 15 milioni dal decreto legge “Rilancio”, in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, alla quale seguirà la sigla dell’accordo per l’utilizzo dei fondi.

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«Questi lavoratori, dal primo all’ultimo, sono la squadra che ha fatto la differenza fin dal primo giorno – ha detto Zaia – e sono felice che sia stato possibile rendere loro un  riconoscimento, che ha un significato diverso da un premio.  Bene anche che ciò avvenga su base meritocratica, avendo attenzione a coloro che sono stati più esposti al rischio».

Zaia ha anche precisato che «in Veneto l’operazione ha un significato concreto ben superiore che altrove, perché il Veneto, da 10 anni, non applica l’addizionale Irpef Regionale sulla sanità. Significa che il riconoscimento per la battaglia anti Covid si aggiunge a 4.850 euro che in un decennio non sono stati prelevati dallo stipendio di un medico in posizione professionale mediana». «Per tutti – ha aggiunto – stiamo pensando anche a una forma di ringraziamento formale, che rimanga nella storia professionale di ognuno. Un pensiero particolare – ha aggiunto – lo rivolgo alle tante donne che hanno avuto ruoli fondamentali, al fianco di uomini più noti, come Crisanti, Palù, Lippi, Plebani. E’ giusto che la gente sappia che persone, che grandi professioniste ci sono, dietro nomi come Cattelan, De Silvestro, Tacconelli, Russo. Faremo in modo di portare queste facce davanti a telecamere e fotografi, perché la gente sappia chi è giusto ringraziare al fianco di ogni singolo lavoratore della sanità».

Bonus sanità Veneto, la rabbia dei sindacati

La dignità professionale non si compra con un’elemosina». Così i maggiori sindacati di categoria (Anaao, Cimo, Aaroi, Emac, Aroi, Emac, Fassid, Fvm, Anpo, Ascoti, Fials medici) bollano l’accordo. «La proposta della Regione Veneto di una ripartizione percentuale “per teste” fra Dirigenza del Ruolo Sanitario e Personale del Comparto, anche non sanitario, delle risorse economiche destinate alla premialità del personale sanitario dipendente coinvolto direttamente e indirettamente nell’emergenza Covid 19 (malgrado tale metodologia di ripartizione non sia prevista dalle disposizioni legislative) è stata rifiutata dalla maggioranza di tutti i Sindacati della Dirigenza Sanitaria, ma accettata dai rappresentanti del comparto».

Il rifiuto è stato dettato da tre condizioni, prosegue la nota dei sindacati:
• non riconoscimento da parte della Regione delle differenti condizioni di esposizione al rischio e di differenti responsabilità presenti sia nel personale della Dirigenza Sanitaria che nel personale del Comparto Sanità;
• dalla differenza fino ad ora presente nel Veneto nei riguardi del Rischio biologico che viene riconosciuto per il personale del Comparto e non per la Dirigenza Sanitaria, con la scusa che non è chiaro il dettato legislativo nazionale e malgrado il comportamento della Regione Toscana che invece diversamente lo ha riconosciuto con Legge Regionale in attesa di provvedimenti legislativi nazionali;
• dall’indignazione delle diverse categorie professionali della Dirigenza del Ruolo Sanitario dinanzi all’ennesimo atto regionale di esplicita non considerazione delle loro particolari peculiarità, fondamentali nella fase acuta della pandemia.

«Medici e Dirigenti Sanitari con abnegazione e a disprezzo del pericolo personale hanno permesso i risultati sanitari fino ad ora ottenuti in questa Regione e questo è il ringraziamento a loro dovuto…!
Il ruolo e la dignità della categoria non può essere ulteriormente oltraggiato con un ennesima mancanza di rispetto e considerazione e con una premialità che rappresenta una “elemosina” (300 euro complessive medie pro capite nette).
Ci rendiamo conto che la tanto sbandierata meritocrazia da parte della Regione Veneto, in questo momento cede il posto a più importanti esigenze di consenso e propaganda elettorale!
In conseguenza di tutto ciò saremo costretti ad adeguare da ora in poi il nostro apporto straordinario e la nostra abnegazione professionale allo scarso rispetto e considerazione della Regione nei suoi ruoli apicali nei riguardi della Dirigenza del ruolo sanitario».

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