Confindustria Veneto: «Al lavoro le aziende sicure, no ai codici Ateco»

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Le aziende che possono garantire di operare in piena sicurezza tornino subito al lavoro, senza distinzione di categoria produttiva. Lo propone Confindustria Veneto, che chiede dunque di archiviare definitivamente la logica dei Codici Ateco.

A detta dell’associazione è tempo di «ragionare sul riavvio graduale di tutte quelle attività produttive – indipendentemente dalla filiera di appartenenza – che siano in grado di garantire l’applicazione rigorosa dei protocolli di sicurezza concordati». In particolare sono i settori della moda e del legno-arredo a soffrire maggiormente, aziende protagoniste nell’export e strategiche per l’economia nazionale. Queste rischiano di non sopravvivere se lo stop si prolungasse ancora a lungo.

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Per questo motivo, oltre ai giusti e necessari controlli da parte dello Spisal, Confindustria Veneto ha chiesto all’Università di Padova di elaborare un documento che verrà presentato oggi 16 aprile all’attenzione della Regione e delle organizzazioni sindacali in occasione della videoconferenza convocata dagli assessori Roberto Marcato e Elena Donazzan. L’obiettivo è quello di mettere a disposizione del mondo del lavoro e delle Autorità Competenti una valutazione scientifica degli interventi di prevenzione e mitigazione del contagio da Covid-19, che dovranno essere implementate per la ripartenza in sicurezza delle attività lavorative.

Il documento – spiega Confindustria Veneto – identifica una ipotesi di procedura interna, da declinare nelle diverse realtà produttive, una diagnosi preliminare su eventuali sintomatologie pregresse e una proposta di test diagnostico che permetta l’identificazione sia di soggetti con sintomatologia che dei soggetti asintomatici.

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