Risparmio, il consulente: «Stiamo a casa anche con gli investimenti»

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Ci vorranno probabilmente mesi per misurare l’impatto economico del Coronavirus. Mentre il sistema sanitario è messo a dura prova dall’aumento dei contagi e delle vittime, mentre il governo lancia le prime sostanziose misure per sostenere l’economia e le imprese ripensano il proprio modo di fare business, anche per le famiglie e i risparmiatori le incognite sono molte. Abbiamo chiesto a Loris Rizzo, consulente di Banca Generali, di aiutarci a orientarci in questa inedita situazione.

Il governo italiano ha appena varato una manovra da 25 miliardi di euro, il decreto “Cura Italia”, e altri paesi europei stanno prendendo misure simili. Questa manovra, e le prossime promesse, avrà un impatto sulla sostenibilità del debito pubblico dell’Italia?

La sostenibilità del nostro debito non è più un tema. Non lo era più già ieri, lo è ancora meno oggi con l’ulteriore piano straordinario di acquisto titoli per 750 miliardi lanciato questa notte dalla Bce. Il tema è ora la sopravvivenza del tessuto economico italiano ed europeo. Le banche centrali si stanno muovendo bene, al di là di qualche problema di comunicazione, ma da sole non bastano. Serve che i governi riescano a fare arrivare in fondo tutta la liquidità erogata. Per fare questo servono garanzie statali sui prestiti che le banche ordinarie andranno a fare alle aziende. Nessuna banca può oggi permettersi di finanziare una Pmi che non può produrre, altrimenti poi salta anche la banca. Bene quindi il primo intervento di emergenza del nostro governo per 25 miliardi di euro, ma si deve lavorare per mettere in campo garanzie sui crediti erogati alle aziende per almeno 300/350 miliardi pari al 20-25% del Pil perché il sistema non collassi. È quanto stanno facendo ad esempio la Germania con il piano da 500 miliardi e la Spagna con il piano da 200 miliardi. Ripeto, sono garanzie, non nuovi debiti.

Quale atteggiamento consiglia per chi investe o investirà i propri risparmi in queste settimane sui mercati finanziari?

È chiaro che alla paura per la propria salute in questo momento può aggiungersi anche la paura per i propri risparmi. L’espressione da usare è allora la stessa: “stiamo in casa”, nel senso di non andare a smobilizzare i propri investimenti in questo momento, perché oggi il mercato prezza solo la paura di una recessione globale, che c’è già, ma non riesce a prezzare tutti gli interventi che i vari governi e banche centrali stanno mettendo in piedi per uscire da questa recessione. Bisogna aspettare che questi interventi inizino ad avere un effetto. Poi si potrà ragionare sul proprio portafoglio e lavorare per un pronto recupero.

Quali settori interessanti dal punto di vista degli investimenti emergeranno nei prossimi mesi, dati i cambiamenti che la pandemia sta già imponendo all’economia globale?

Tra i settori che per primi potranno reagire positivamente, parlando in senso ampio, ci saranno sicuramente ancora tutto il settore dei big tecnologici e quello delle infrastrutture. Inoltre si possono iniziare a costruire posizioni di accumulo sull’indice delle materie prime. Questo è ai minimi storici, ma la Cina sta già ripartendo.

Per rispondere all’emergenza Covid-19, i cittadini sono invitati a restare in casa e a uscire solo per vere necessità. Qual è la situazione per quanto riguarda i servizi bancari? Avete previsto modalità di telelavoro e di dialogo a distanza con i vostri clienti?

Come Banca Generali siamo completamenti operativi sul fronte tecnologico. I nostri clienti possono operare da soli o in Digital Collaboration con noi, cioè il consulente predispone il contratto, ad esempio una compravendita titoli, ed il cliente conferma l’operazione con una telefonata. Addirittura possiamo aprire nuovi conti operando in remoto con clienti e non clienti. Inoltre con le carte di debito e credito le possibilità di pagamenti e prelevamenti sono molto elevate. Comunque, sia personalmente che la banca con la sede e gli sportelli, restiamo pienamente operativi e pronti per tutte le necessità dei nostri clienti.

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