Innovation Stories, il confronto è online: imprese, smart working e Covid-19

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Parole d’ordine: flessibilità, adattamento, comunità. E quell’ottimismo che sta nella natura stessa del fare impresa. Questi i temi di fondo dell’ultimo evento di Innovation Stories, nel corso del quale oltre 70 persone si sono incontrate virtualmente per condividere idee sulle modalità con cui le nostre imprese stanno reagendo all’emergenza Coronavirus, sui recenti provvedimenti presi dal governo a sostegno delle imprese e della società, e su come rendere le dinamiche di lavoro sempre più smart.

L’evento, promosso da VenetoEconomia, Innovation Nation e Alto Adige Innovazione assieme a Blum. Business as a Medium, si è svolto mercoledì 18 marzo a partire dalle 17 sulla piattaforma di videoconferenza Zoom, e poi condivisa in live streaming sulle pagine Facebook delle tre testate.

Un momento di discussione, approfondimento e riflessione, in cui non è mancata l’interazione con i partecipanti, attraverso sessioni di Q&A, Instant Poll e virtuali alzate di mano.

«Non riesco a vedere questo momento come un momento negativo – ha spiegato Nicola Possagnolo, founder di Noonic –. Lo vedo da un punto di vista digitale che sta obbligando una serie di aziende ad approcciare dei sistemi che prima potevano essere lasciati da parte. Prima potevi andare avanti con il rappresentante e la forza vendita normale, oggi l’online è essenziale. Alcuni settori sono rallentati, ma tutto ciò che riguarda lo stare a casa sta avendo una crescita allucinante. Stiamo parlando di pagine di vendita con conversione al 60%, quando normalmente siamo intorno al 3%».

«Bisogna aprirsi a nuovi stimoli, nuove idee – ha sottolineato Andrea Arrigo Panato, dottore commercialista e revisore legale -. Ho alcuni clienti che fanno cosmetica, che si stanno convertendo molto velocemente a fare prodotti per igienizzare… Quindi cercare di capire anche in settori contigui come muoversi. Ma anche in settori molto diversi fra loro – spesso l’imprenditore è abituato, soprattutto quando lavoriamo in distretti o in filiere, a guardarsi bene dal cambiare, dal modificare il proprio business. Dobbiamo cercare di provare a mettere in atto movimenti che ci aiutino a diventare un po’ più curiosi».

«Stiamo diventando tutti esperti di chat, di video call, di webinar, di strumenti di collaborazione a distanza – ha affermato Arianna Visentini, Ph. D. in relazioni di lavoro, presidente e socia fondatrice di Variazioni -. Abbiamo scoperto magicamente che non ci isolano dalle persone ma anzi, in questa circostanza sono un grande ponte relazionale. Anche in questo stiamo facendo delle scoperte che dobbiamo portarci poi appresso in una fase di ritorno alla normalità».

«È il momento di iniziare a fare delle strategie molto agili – ha spiegato Mauro Mantovan, fondatore e amministratore delegato di HiRef -. In questa fase stiamo facendo ciò che fanno molti: cerchiamo di capire quali sono i mercati attivi, quali sono i trasporti che funzionano, e in base a quello stiamo orientando la produzione, con frequentissimi meeting interni. L’agilità non è rimanere a casa, ma agilità di pensiero nel trovare nuove soluzioni innovative, essere molto aperti al cambiamento veloce». 

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