Tengono le vendite del commercio al dettaglio nella seconda metà del 2017

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Tiene il commercio al dettaglio nella seconda metà del 2017. Secondo l’indagine VenetoCongiuntura curata da Unioncamere Veneto in collaborazione con la Confcommercio regionale, le vendite sono aumentate dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2016. Nella media del 2017 il dato ha registrato un incremento del +1,1%, in linea rispetto al ritmo di crescita dello scorso anno (+1,2% nel 2016). «Per quanto non esaltante, la dinamica delle vendite al dettaglio si è comunque rafforzata nel secondo semestre 2017, mostrando un’accelerazione rispetto alla prima parte dell’anno – commenta Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto – grazie soprattutto agli esercizi di media e grande superficie. È proseguita la crisi dei piccoli negozi, che al contrario hanno registrato un aumento molto modesto. Guardando all’intero anno, nel 2017 le vendite al dettaglio hanno mantenuto un ritmo di crescita modesto, analogo a quello del 2016, a conferma della fase di debolezza dei consumi delle famiglie. Intanto continua l’emorragia di esercizi commerciali in Veneto: tra gennaio e dicembre 2017 hanno abbassato la serranda oltre 3.300 negozi, più del doppio delle nuove aperture, poco sopra 1.600».

L’indicatore delle vendite secondo le categorie merceologiche ha segnato la performance migliore nei supermercati, ipermercati e grandi magazzini con un +1,9%; seguono le imprese del commercio al dettaglio alimentare e non alimentare (+1,4%). Sotto il profilo dimensionale la variazione positiva più marcata riguarda gli esercizi di media e grande superficie (uguale o maggiore di 400 metri quadri) con un +2% mentre i negozi di piccole dimensioni (minori di 400 metri quadri) hanno segnato un +0,7%.

«Seppur positivo, il dato delle vendite al dettaglio del secondo semestre del 2017 è ancora troppo debole per poter parlare di ripresa – dichiara il presidente di Confcommercio Veneto Massimo Zanon – I negozi di vicinato di piccole dimensioni crescono troppo poco, in parte penalizzati dall’incremento dell’e-commerce (che in questo inizio 2018 sta penalizzando anche i ‘grandi’), ma anche da costi di locazione e di gestione troppo alti, oltre che dall’assenza di una seria politica di rigenerazione urbana. A confermarlo è il sentiment di previsione delle imprese del commercio al dettaglio per i prossimi sei mesi. Possiamo tornare a essere competitivi solo in presenza di programmi strutturati di rivitalizzazione urbana, con politiche di defiscalizzazione e calmierazione dei costi di locazione, facendo al contempo un buon uso integrato dei nuovi strumenti tecnologici».

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