Produzione industriale e export, riscossa padovana

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È una “riscossa padovana” quella determinata dalla produzione industriale e dall’export nei primi nove mesi del 2016, secondo Confindustria Padova. Se il Veneto nel 2016 crescerà solo dello 0,8% secondo le ultime stime, Padova spicca fra le province per alcuni risultati in positivo. Nei primi nove mesi del 2016 la produzione dell’industria padovana aumenta su base annua del 3%, più tonica della media regionale (+2,4%). L’occupazione dà segni di risveglio (+1,1%), in linea con il dato veneto (+1,0%).

La componente estera della domanda è il propellente, con la migliore performance di sempre in termini di crescita annua. Una crescita del 4,9% che distanzia il Veneto (+0,7%) e l’Italia (+0,5%). Circa 6,8 miliardi di commesse tra gennaio e settembre, che proiettano per la prima volta l’export padovano oltre i 9 miliardi di euro nel 2016.

Determinante è la performance degli Stati Uniti, terzo paese di importazione dei beni made in Padova (dopo Germania e Francia). Uno scatto del 17,0% nei primi nove mesi (Veneto +2,6%, Italia +0,7), che in valore assoluto vuol dire 515,5 milioni di euro di commesse e che segue al +30,8% nel 2015 (Veneto +16,6%, Italia +20,9%). La riscossa del made in Padova riguarda tutti i principali mercati extra-Ue, in sensibile recupero rispetto al 2015. Ancora migliore degli Usa, ma con volumi inferiori (129 milioni) è la performance della Cina. Un balzo del 21,0% che riporta la variazione in terreno positivo (-6,2% nel 2015), mentre il Veneto si ferma al +9,4% e l’Italia fa +3,5%. E che allontana almeno per ora il rischio di un raffreddamento della domanda cinese. La novità è il ritrovato segno più della Russia, con una crescita dell’8,1% a dispetto di sanzioni e crisi, dopo il crollo nel 2015 (-40,4%).

«Dagli indicatori congiunturali emerge un tessuto imprenditoriale forte, capace di resistere ad anni di crisi e di reagire agli shock esterni. Un’industria reattiva sui mercati grazie a investimenti e innovazione, qualità e personalizzazione del prodotto-servizio – dichiara Massimo Finco, presidente di Confindustria Padova -. Una vitalità da sostenere e consolidare con adeguati strumenti, anche finanziari, aiutando le Pmi a radicarsi nei mercati, aggredendo i gravi problemi e ostacoli strutturali che rimangono e richiedono di essere affrontati: difficoltà di erogazione del credito, elevata tassazione, crescita dimensionale, lentezza della giustizia e della Pa. Per questo le misure adottate non vanno interrotte, semmai rafforzate».

«Le imprese sono impegnate pancia a terra per competere – aggiunge Finco – e hanno bisogno di certezze e punti di riferimento. Al nuovo governo e alle forze politiche chiediamo grande responsabilità, a tutti i livelli, per dissipare i rischi di instabilità, e una visione forte per il futuro del Paese, che guardi all’Europa e ai grandi cambiamenti a livello globale. Ci sono impegni e scadenze da rispettare, non consumando la legislatura nella sola legge elettorale. A cominciare dall’attuazione della legge di Bilancio e dando continuità ad alcuni provvedimenti attesi, come il Piano Industria 4.0 che non va depotenziato per far ripartire gli investimenti e la produttività. Questa è l’ultima chiamata per il manifatturiero che è vitale per il nostro territorio, per il Paese e per la crescita che resta deludente».

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