Pedemontana, esenzioni per i residenti a forte rischio

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Le eventuali esenzioni per i residenti, un meccanismo a scalare che coinvolge i 73 Comuni attraversati dal tracciato dalla Pedemontana, sempre più a rischio. Ma la riunione di ieri fra il commissario dell’opera Silvano Vernizzi e il consorzio Sis, controllato dall’impresa piemontese Dogliani e dagli spagnoli di Sacyr, si è concluso con un nulla di fatto: tutto rimandato al primo settembre quando il consorzio porterà sul tavolo il nuovo Piano Economico Finanziario dell’opera. Un documento che in realtà era già atteso per ieri, 22 agosto, ma non è arrivato: dal nuovo documento infatti si capirà se il consorzio aumenterà il proprio investimento da 500 a 550 milioni, così come richiesto dalla Cassa Depositi e Prestiti per dare il via libera al bond da 1,6 miliardi di euro.

Bisognerà rivalutare la “convenienza” dell’utilizzo dei 94,5 km di superstrada che dovrebbe collegare Montecchio Maggiore a Spresiano, ovvero le province di Vicenza e Treviso, per gli utenti. Mentre i lavori ad oggi sono fermi, si ipotizza una diminuzione del pedaggio previsto che va dal 15 al 20%, ma generalizzata. Ovvero un costo minore per tutti abbandonando però il sistema di riduzione dei pedaggi per i residenti dei 73 Comuni che gravitano sul tracciato. Per loro era previsto tragitto gratis per 21 km, e un pedaggio scontato per quelli eventuali successivi. Il nodo è il ritorno economico per i privati: è previsto che incassino i pedaggi per 39 anni, calcolando però un passaggio di 30mila veicoli al giorno sulla superstrada. Una stima che appare molto generosa: il consorzio Sis stima che ne possano passare al massimo 15mila. Per questo motivo probabilmente la strada che si sceglierà sarà quella di far pagare meno, ma far pagare tutti: in caso di mancati introiti per il consorzio, infatti, i soldi li metterebbe la Regione, fino a 14 milioni di euro l’anno per 30 anni.

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