Storie di Startup: Ez Lab lancia AgriOpenData, la app del contadino 2.0

Avere a portata di touch la carta d’identità del piatto di pasta che abbiamo di fronte conoscendo tutta la sua storia, dal campo di grano fino alla tavola. Questo è lo scopo di AgriOpenData, un progetto realizzato dalla startup padovana Ez Lab che consente alle aziende agricole di gestire, pianificare e controllare la produzione, certificando la qualità dei prodotti. Il tutto grazie ai nuovi strumenti forniti dalla tecnologia: sonde sul terreno, droni e stazioni meteo. Uno degli obiettivi principali dell’app è quello di fare network utilizzando open data e strumenti web. Condividendo questi dati l’agronomo ha la possibilità in qualsiasi momento di verificare la situazione dell’azienda agricola, e di ricevere consigli su come e quando effettuare i trattamenti necessari. Informazioni che, passando di mano in mano, consentono di garantire tutta la filiera produttiva: dalla coltivazione fino ai piatti che arrivano in tavola. Ez Lab – che l’acceleratore Finodex ha selezionato nella top 30 europea – ha partecipato alla prima edizione del Padova Innovation Day il 27 aprile 2016. La startup è stata selezionata tra le cinque finaliste al Premio Startup Padovana dell’Anno indetto dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Padova.


Ez Lab, video intervista a Massimo Morbiato

Ez Lab è nata nel 2014 all’interno dall’incubatore dell’università di Padova Start Cube. Proprio grazie allo stimolo fornito dal mondo accademico nasce il progetto AgriOpenData, realizzato in collaborazione con Cura, il Consorzio universitario di ricerca applicata dell’ateneo patavino. Agri Open Data permette alle aziende di «costruire un’analisi che consente di prendere delle decisioni veloci e corrette – racconta il fondatore di Ez Lab Massimo Morbiato nella video intervista realizzata al Padova Innovation Day – cercando di consumare meno risorse naturali: meno trattamenti agricoli, meno acqua, meno impianti da gestire». Con l’obiettivo della qualità sempre costante. «Si parla molto di prodotti extracomunitari che non sono certificati, che vengono coltivati utilizzando agrofarmaci che in Italia sono vietati. Tramite questo tipo di app che noi forniamo, gli agronomi e i consorzi di coltivazione hanno possibilità di certificare la produzione. Un canale molto importante – prosegue Morbiato – sono le aziende che producono pasta e sughi, che devono dimostrare che tutta la filiera è certificata e produce secondo una normativa, utilizzando prodotti di qualità, senza sfruttare l’ambiente più del necessario».

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